Il test della Alpek Runa: una eMTB mullet con motore Bafang 510 da 95 Nm Claudio Riotti 22 Settembre 2022 Test Articolo sponsorizzato Alpek (www.alpek.it), l’azienda di Bosconero in provincia di Torino, ci ha inviato la sua ultima creazione: si chiama Alpek Runa ed è una MTB elettrica da enduro racing con ruote differenziate dotata del nuovo motore centrale Bafang 510 da ben 95 Nm di coppia massima e batteria da 650 o 860 Wh. Abbiamo presentato la e-MTB Alpek Runa 2022 in questo articolo mentre sul sito Alpek è disponibile ad un prezzo di 6.490 euro. Il modello del test è caratterizzato da una lavorazione spazzolata del telaio grezzo in versione “race”: vediamone le caratteristiche tecniche e come si è comportato durante il test. Alpek Runa, caratteristiche tecniche La Runa, che ci è stata inviata in test in modello “demo”, presenta una finitura raw che sarà disponibile, su richiesta, anche sui modelli di serie. La mountain bike elettrica del nostro test dispone quindi di sospensioni Manitou e montaggio differente rispetto ai due modelli a catalogo. In fase di acquisto si può valutare con Alpek una componentistica simile a questo modello ma ciò richiede tempi di consegne più lunghi. Telaio in alluminio idroformato made in Italy, finitura “raw” Schema sospensione R.P.S. con 170 mm di escursione Motore Bafang M510 da 250 W., 43 V e 95 Nm di coppia massima Batteria 43 Volt da 650 Wh (3,23 kg) Batteria opzionale 43 Volt da 860 Wh (4,15 kg) Display a colori retroilluminato, funzioni di ciclo computer, walk, livello batteria, 5 livelli di assistenza, bluetooth, presa USB Forcella Manitou Mezzer da 170 mm Ammortizzatore Manitou Mara Pro 250×70 Freni Hayes Dominion a 4 pistoncini rotori 220/203mm Trasmissione Sram GX 12v 11-50T Ruota anteriore 29” canale 30 mm e posteriore 27.5” canale 35 mm Reggisella telescopico X-Fusion Manic 150 mm, Ø 30,9 mm Sella Italia Cerchi tubeless ready Pneumatici Vittoria Mazza e Martello Trail, 29×2.35″ e 27.5×2.6″ Passaggio cavi interno Peso rilevato taglia M senza pedali ma con inserti montati nelle ruote: 26,74 kg con batteria da 860 Wh, 25,82 kg con batteria 650 Wh Tre taglie disponibili La Alpek Runa in test Se leggete le pagine di ebike.bicilive.it sapete che Alpek è un brand di cui abbiamo già parlato. In passato abbiamo testato la Alpek Evoke Pro 2020 trovando già un buon feeling con i prodotti che l’azienda piemontese produce dal 2018. Sorella maggiore della nuova Alpek Evoke Pro 2022, la Runa è nata con l’idea dell’enduro elettrico racing, segmento che sta prendendo molto piede in Italia, quindi un utilizzo su terreni impervi e tecnici sia in salita che in discesa e buone prestazioni anche a velocità elevate. La Mezzer di Manitou si è rivelata una delle migliori forcelle mai provate: sensibile, rigida e molto personalizzabile. Per questo le geometrie sono moderne e molto aggressive con un angolo di sterzo di 64°, angolo sella di 76°, carro da 450 mm, reach su taglia M di 450 mm, stack di 637 mm e interasse abbondante di 1247 mm. Il movimento centrale è a 350 mm (25 mm di drop) e il tubo piantone è di 440 mm sempre su Tg. M. Le finiture in generale su questo mezzo sono volutamente grezze di fatti non presenta neanche lo strato di vernice trasparente a proteggere il telaio. Tuttavia possiamo notare che tutte le saldature sono eseguite a regola d’arte, il passaggio dei cavi è parzialmente interno, le bielle del carro e diverse parti dello stesso sono realizzate dal pieno al CNC e il motore è protetto da una robusta cover. Primo contatto con la Runa In sella ci si trova ben centrati sul mezzo anche se lo stack è abbastanza alto: ho modificato il setting iniziale ma ho comunque mantenuto 2 cm di spessore sotto all’attacco manubrio da 50 mm in previsione dei trail ripidi su cui avrei portato la Runa. Il tubo della forcella è volutamente lasciato lungo per poter poi personalizzare l’altezza del cockpit. Il manubrio da 780 è ampio e corredato da un paio di manopole Answer molto sottili, comode e davvero “grippose”. Il comando del motore Bafang è piccolo e posizionabile esattamente tra manopola e freno. Tre semplici tasti per gestire il display e le assistenze: è intuitivo ed ergonomico nell’utilizzo ma servirebbe un “click” più avvertibile perché alcune volte si cambia assistenza inavvertitamente sfiorandolo. È possibile comunque, entrando nel sottomenù del display, impostare la vibrazione così da avere un feedback ad ogni pressione dei tasti. Il display è a colori e fornisce molti dati utili tra cui la percentuale di batteria, km totali e parziali, i cinque livelli di assistenza, velocità media e massima, il range, le calorie, i km e la potenza espressa, con anche una barra a lato che indica quanto aiuto stia fornendo il motore in tempo reale e la presa USB per poter ricaricare lo smartphone o collegare una luce portatile. Si può collegare via bluetooth all’app Bafang GO che a breve, con la prossima release, permetterà anche di modificare e personalizzare ampiamente i livelli di assistenza. Al momento l’app fornisce molti altri dati quali lo stato della batteria, i cicli di ricarica, i dati di viaggio e di monitoraggio frequenza cardiaca (collegando una fascia dedicata), i dati della bici, del motore e dei sensori. È anche possibile utilizzare il telefono come display e personalizzare la schermata principale, cosa che in ambito enduro ovviamente non consigliamo ma che può tornare utile sulle bici da trekking o urban che comunque Alpek produce. Il motore Bafang M510 Nell’articolo sul motore Bafang M510 abbiamo spiegato le sue caratteristiche tecniche ma a breve uscirà un test dedicato. Si tratta comunque dell’ultima versione di motore centrale prodotto da Bafang che presenta un interno rivisto e una meccanica migliorata con un conseguente aumento delle prestazioni generali e una riduzione del rumore. Il tutto per 3 kg di peso, 95 Nm di coppia massima, funzionamento a 43 Volt e un’assistenza fino a 120 rpm. Quello che posso dire è che, rispetto ai concorrenti, l’M510 ha una grande potenza, una buona silenziosità a bassi e medi regimi e soprattutto è silenzioso in discesa dove altri motori producono ticchettii e rumori di ingranaggi. Inoltre, se usato nella maniera corretta, garantisce una buona autonomia. Sull’erogazione e sulla gestibilità è stato fatto un grande lavoro da parte di Alpek: ho potuto provare diversi aggiornamenti del firmware, customizzati da Bafang per Alpek, e l’ultimo regala una buona fluidità di erogazione e una risposta al pedale ben gestibile, che varia naturalmente a seconda delle assistenze utilizzate. Dall’altro lato, la spinta residua (in inglese “overrun”) quando si smette di pedalare è abbastanza marcata e ciò permette, una volta che si conosce bene il motore, di superare in scioltezza anche i passaggi più ostici, quelli dove è necessario fermare la pedalata per mezzo secondo per evitare di urtare gli ostacoli. La salita tecnica è stato il pane quotidiano nel test della Runa. La Runa on the trail: salita Con 95 Nm di coppia massima viene subito da chiedersi: fino a dove ci si può spingere con questa ebike? Chiaramente si tratta sempre di un connubio tra potenza ed erogazione della stessa, perché abbiamo visto che con altri motori, meno potenti ma molto sfruttabili, si riescono ad affrontare delle sezioni tecniche in salita molto ripide. I ragazzi di Alpek ci hanno fornito la Runa già trasformata tubeless e con degli inserti all’interno degli pneumatici. Questo ci ha permesso di abbassare le pressioni e avere un buon grip su rocce e radici in salita, anche se le coperture Vittoria Martello e Mazza nella versione Trail non incontrano molto i miei gusti sia a livello di mescola che di robustezza: durante una delle ultime uscite ho tagliato la spalla della gomma anteriore su una piccola roccia. Con le pressioni basse (1.2 anteriori e 1 bar posteriore), la potenza del motore Bafang e un buon utilizzo del freno posteriore sono riuscito a salire delle sezioni tecniche impensabili: nonostante l’attitudine a prima vista discesistica di questa ebike, la Runa mi ha stupito con delle doti di arrampicatrice davvero entusiasmanti. Come accennato poche righe fa, bisogna farci la mano (o il piede) e imparare a gestire il carattere dell’M510 perché, se già avete provato diverse drive unit, ogni motore ha le sue sfumature e va conosciuto e usato per un certo lasso di tempo per poterlo sfruttare al meglio. In definitiva sul tecnico in salita la Runa mi ha dato grandi soddisfazioni grazie al connubio di motore, geometrie e componentistica. In discesa In questo ambito le geometrie e la rigidità della costruzione, unite a un’ottima performance del carro, delle sospensioni e dei freni, fanno della Runa un missile in discesa. A seconda della batteria che si utilizza, dato che c’è quasi un chilo di differenza, possiamo avere più maneggevolezza con la 650 Wh o più un effetto “schiacciasassi” con la 860 Wh. Il Manitou Mara lavora alla perfezione con la forcella Mezzer. Regolare al meglio le sospensioni Manitou ha richiesto diverse prove ma alla fine, riuscendo a far lavorare in modo simile e bilanciato entrambe le unità, ho ottenuto un “effetto cuscino” anche sulle pietraie più sconnesse con conseguente innalzamento di velocità e sicurezza. Sui salti è risultata composta e prevedibile, anche giocosa nonostante la maggiorazione di peso dovuto alla batteria da 860 Wh. Manual, nose press e bunny hop si eseguono abbastanza facilmente; ho solo trovato a fine giornata, specie nei giri più lunghi, un affaticamento maggiore del tronco e delle braccia rispetto ad altre eMTB dello stesso genere quando usavo la batteria da 860 Wh. Autonomia In ogni test, noi bi Bicilive.it specifichiamo che l’autonomia di una ebike è un parametro assolutamente soggettivo determinato dal peso del biker, dislivello, assistenze usate, allenamento, percorso, fermate e ripartenze, temperatura e altre piccole variabili. Va da sé che stabilire il consumo di una eMTB è pressoché impossibile. Tuttavia, percorrendo gli stessi giri che utilizzo per i test delle varie mountain bike elettriche, posso affermare che i consumi della Runa sono nella media, con ovviamente delle differenze nelle due configurazioni di batteria. Per fornire un dato, sono riuscito a percorrere 1.700 metri di dislivello positivo e 45 km nella modalità 3 e 4 consumando il 60% della batteria da 860 Wh. Il robusto sistema di bielle e rinvii del carro della Runa. Test della e-MTB Alpek Runa: conclusioni La Alpek Runa si è rivelata un mezzo che permette grandi prestazioni in salita e discesa, sicuramente adatto anche alle competizioni ebike. Nell’insieme, questo montaggio è ben pensato e performante e ho apprezzato la possibilità di provare due capienze differenti di batteria nello stesso alloggiamento. Il motore Bafang M510 è molto potente e con consumi nella media. Speriamo nel futuro di poter testare la possibilità di modificare le assistenze di modo da personalizzare ulteriormente questa interessante drive unit. Per maggiori informazioni sui prodotti dell’azienda piemontese vi invitiamo a consultare il sito web ufficiale Alpek.