Se il limite di velocità per le eBike è stato posto a 25 km/h, una ragione deve esserci.
Che i limiti stiano stretti a tutti è un dato di fatto e va da sé… ma se poi infrangere i limiti non comporta nessun illecito o comunque nessuna sanzione, beh, allora è tutto più facile.

Speed Tuning delle eBike, un tema attuale

Ed è ben risaputo che, per far sì che una bicicletta elettrica sia una ebike, ossia bici a pedalata assistita, la legge dispone che l’assistenza del motore sia limitata a una velocità di 25 km/h e una potenza nominale continua massima di 0,25 Kw (Dir.2002/24/CE – D.L. 31 gennaio 2003 del Min. Infrastrutture e Trasporti).

Una bici a pedalata assistita che non rispetta i suddetti limiti deve essere immatricolata, perché considerata, per questioni di sicurezza, un ciclomotore. In commercio vi sono le bici elettriche cosiddette high speed ebike, dotate di motore superiore ai 250 Wh (350, 500 ma anche più) la cui diffusione è di recente in netto aumento, segno che la richiesta di bici ad alto contenuto di estrogeni sta emergendo dal sottobosco.

Difatti, sebbene la pratica sia borderline, diversi rivenditori in Europa (e quindi anche nel nostro paese) vendono high speed ebike senza alcuna immatricolazione, eludendo totalmente la normativa.

Ma a oggi, benché le autorità dispongano di regolamenti e anche direttive europee, non ci sono purtroppo controlli che servano da deterrente a questa pratica.

Il Codice della Strada e le Direttive

Codice della strada Chi usa su pubblica via una bici elettrica  venduta come art. 50 (bicicletta a pedalata assistita) ma che di fatto è un motorino Art. 97, commi
7. Chiunque circola con un ciclomotore per il quale non è stato rilasciato il certificato di circolazione, quando previsto, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 154 a euro 616.
8. Chiunque circola con un ciclomotore sprovvisto di targa è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 76 euro 308 14. Alle violazioni previste dai commi 5 e 7 consegue la sanzione amministrativa accessoria della confisca del ciclomotore, secondo le norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI; nei casi previsti dal comma 5 si procede alla distruzione del ciclomotore…
Direttiva prodotto con riferimento al Codice del consumo Chi produce un veicolo simile non conforme ai requisiti delle biciclette pedalata assistita Sanzioni proprie della direttiva non applicata,codice del consumo in riferimento alla frode in commercio.Art. 515. Frode nell’esercizio del commercio.
Chiunque, nell’esercizio di un’attività commerciale, ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all’acquirente una cosa mobile per un’altra, ovvero una cosa mobile [c.c. 812; c.p. 624], per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita, è punito, qualora il fatto non costituisca un più grave delitto, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a euro 2.065.
Codice della strada Chi manomette e circola con un veicolo che all’origine era una bicicletta (art. 50) e che dopo diventa un motorino. Art. 97, commi 7 e 8

Non solo, ma sembra che il limite di 25km/h nelle ebike sia alquanto facile da infrangere, cioè, l’assistenza alla pedalata può essere spinta anche molto oltre questo limite di velocità. E sembra che questa infrazione sia praticata, anche se non proprio diffusamente. Almeno in superficie.

No, no, non avete capito: non è con la discesa, pedalando, che superate facilmente i 25 chilometri orari. Il tutto lo si fa con un semplice accessorio: lo Speed Dongle.

Allora, vi spiego tutto dall’inizio: le eBike sono dotate di un sensore di velocità. Questo piccolo sistema software non è altro che un limitatore di velocità che appena “legge” il limite massimo di velocità (25 km/h) stacca l’assistenza del motore.

Lo Speed Tuning è appunto quella pratica (presente non solo nel mondo ebike) con cui si interviene sul software del sistema elettrico della bici per sbloccarne il limite di velocità.

Sul mercato esistono diversi tipi di kit per la “elaborazione”: “dongle”, “speedup”, a “jack” o “chiave usb”. Tutti questi kit non necessitano di alcuna modifica distruttiva ai cablaggi e alle parti originali della bicicletta, possono essere in ogni momento smontati senza lasciare alcuna traccia del loro montaggio e permettono di raggiungere velocità con assistenza attivata anche di 50 km/h.

Una vera “manna per gli smanettoni”, insomma, che in pochi minuti (ne bastano 15 per i neofiti) diventano dei fuorilegge.

Le caratteristiche dei vari kit di speed tuning per ebike

Ovviamente questi sistemi di elaborazione sono nati con la diffusione delle ebike e studiati inizialmente per i motori Bosch, sebbene oggi esistano in commercio speed dongle per tutti, o quasi, i sistemi sul mercato, da Yamaha a Panasonic.

Prima del 2012 i kit di tuning per Bosch erano a “magnete” e funzionavano come demoltiplica meccanica, che in poche parole ingannava l’elettronica del motore rallentando la rilevazione della cadenza del sensore ancorato alla ruota. Successivamente Bosch ha modificato il suo software per impedire che si truccasse il motore semplicemente applicando un magnete ai pedali.

L’evoluzione della demoltiplica diventa allora un piccolo dispositivo elettronico che si presta con estrema semplicità all’installazione. Questi sistemi aggirano il più possibile il rapporto 1:1 tra i vari rapporti meccanici e le riduzioni software (il superamento del quale manda in allarme il sistema presentando sul display Bosch l’avviso “errore 102”) rallentando in modo proporzionale la comunicazione dei passaggi ruota, ottenendo che a ogni incremento di un chilometro di tachimetro corrisponda un incremento di 5 chilometri reali.

Questa modalità viene chiamata genericamente “speedup” (dal nome del kit).

Uni kit di speed up per biciclette elettriche

La modalità Dongle è simile al sistema “a jack” che viene prodotto in Germania. Per sbloccare la velocità dei motori Bosch prevede l’intercettazione di un paio di fili provenienti dal sensore velocità. L’intervento della modalità Dongle avviene al raggiungimento dei 20 km/h e dimezza da quel punto la comunicazione della velocità (e la relativa lettura al display).

Tale modalità è più semplice dal punto di vista della lettura-display della modalità speedup (perché basta fare a mente la moltiplicazione “x 2”) ma ha il 60% di possibilità in più di infrangere il rapporto 1:1 del Bosch.

Quindi, con un piccolo Kit è assolutamente facile truccare le ebike, e non essendo invasivo è possibile ripristinare le originali condizioni di fabbrica in pochi minuti.

La diffusione dello Speed Tuning ha iniziato a interessare le Autorità di vari paesi europei, che si sono adoperate per capire, gestire e reprimere questo fenomeno. Sia la Polizia del Regno Unito che quella tedesca hanno effettuato diversi controlli sui prodotti venduti dai negozianti, convenendo che, sebbene le ebike con la limitazione siano un prodotto sicuro e gli Speed Dongle altrettanto, la combinazione dei due dà vita a un nuovo prodotto.

Se il “nuovo prodotto” non rientra in nessuna classe di esenzione (per esempio EPAC) e non è stato testato, allora si presume che sia pericoloso, a prescindere che le biciclette siano usate off road o sulla strada.

La domanda che emerge è come combattere la diffusione di questo fenomeno e/o se lo Speed Tuning di ebike possa essere interrotto o limitato. In sostanza questa è la stessa cosa che accade tra i giovani con ciclomotori e scooter “truccati”: ora però il gioco è tra adulti.

E se il limite nei ciclomotori è a 45 km/h, non c’è ragione per spingersi oltre i 25 km/h (assistiti) per le bici elettriche.

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A proposito dell'autore

Da sempre un grande appassionato di natura e bici e accanito difensore dell’ambiente. Lavora come organizzatore di bike tour con il suo Coast2Coast in tutta l'area del Mediterraneo, inoltre da anni collabora come freelance per alcune delle più importanti riviste di mountain bike italiane.