In questo articolo abbiamo deciso di effettuare una comparativa tra due modelli di Ghost, l’ebike light PATH RIOT FULL PARTY con motore Fazua Ride60 e la mountain bike tradizionale RIOT AM FULL PARTY.

Perché questa decisione? Perché queste due bici nascono per l’enduro spinto e condividono le stesse identiche geometrie e, a parte piccole eccezioni, anche gli stessi componenti, rendendo così il test molto interessante sotto svariati punti di vista. La differenza maggiore sta ovviamente nel prezzo: 9.199 euro la PATH RIOT e 6.399 euro la RIOT AM.

Distinguere le due bici è quasi impossibile: a sinistra la PATH e a destra la RIOT AM.

Abbiamo presentato la gamma di eMTB light Ghost PATH RIOT e la gamma di MTB Ghost Riot CF, qui andremo a vedere le caratteristiche tecniche in pillole e poi come si sono comportate nel nostro test.

Prima però gustatevi il nostro video-test, che è stato girato a Castelnovate (VA) e poi a Varese sul sentiero della Cubana:

Vediamo quindi le specifiche delle due biciclette. Il peso di ognuna è stato rilevato utilizzando la nostra bilancia digitale.

Tra le varie caratteristiche, segnaliamo anche la serie sterzo che limita la rotazione di Acros, i portaborraccia magnetici, la presenza di due viti per uno strap portaoggetti sotto al top tube e l’assenza di flip chip per modificare le geometrie.

La MTB “analogica” Ghost RIOT AM FULL PARTY.

Ghost RIOT AM FULL PARTY, caratteristiche tecniche in pillole

  • Telaio: RIOT CF full carbon con 140 mm di escursione
  • Forcella: Fox 38 Float Factory GRIP2 160 mm
  • Serie sterzo con stopper: Acros Blocklock 135° AZX-582
  • Ammortizzatore: Fox Float X2 Factory 140 mm
  • Trasmissione: 12 v, Shimano XT, SLX 10-51T, pedivelle e corona Deore 32T
  • Freni: Formula Cura 4 pistoni, dischi a/p 203 mm
  • Reggisella telescopico: Eightpins 175 mm max escursione
  • Ruote: Syntace V30, 30 mm canale interno
  • Pneumatici: Maxxis Assegai 3C MaxxGrip Exo+ 2.5/Maxxis Dissector WT Double Down 2.4 3C MaxxGrip
  • Inserti PTN di serie
  • Manubrio e attacco: Ground Fiftyone – manubrio 760 mm (S) 800 mm (M-XL), attacco 50 mm
  • Sella: WTB Volt
  • Attacco borraccia magnetico e attacco porta oggetti sotto al top tube
  • Peso: 15,9 kg senza pedali, tubeless con inserti PTN di serie, taglia M
  • Colore: Warm Grey/Chocolate
  • Taglie: S, M, L, XL
  • Prezzo: 6.399 euro

La e-MTB elettrica “light” Ghost PATH RIOT AM FULL PARTY.

Ghost PATH RIOT AM FULL PARTY, caratteristiche tecniche in pillole

  • Telaio: PATH RIOT CF full carbon con 140 mm di escursione
  • Motore: Fazua Ride60 da 250 W, 1.96 kg, 60 Nm, 450 W di picco in modalità Boost
  • Batteria: Fazua Energy Fix 430 Wh
  • Display: LED HUB integrato nel top tube con presa USB-C, 3 modalità Breeze, River, Rocket
  • Comando: Ring Control sul manubrio
  • Applicazione: App Fazua per modificare assistenze
  • Forcella: Fox 38 Float Factory GRIP2 eMTB+ 160 mm
  • Serie sterzo con stopper: Acros Blocklock 135° AZX-582
  • Ammortizzatore: Fox Float X2 Factory 140 mm
  • Trasmissione: 12 v, Shimano XTR/XT 10-51T, pedivelle e corona Rotor 34T
  • Freni: Formula Cura 4 pistoni, dischi a/p 203 mm
  • Reggisella telescopico: Eightpins 175 mm max escursione
  • Ruote: Syntace W33i, 33 mm canale interno
  • Pneumatici: Maxxis Assegai 3C MaxxGrip Exo+ 2.5/Maxxis Dissector WT Double Down 2.4 3C MaxxGrip
  • Inserti PTN di serie
  • Manubrio e attacco: Ground Fiftyone – manubrio 760 mm (S) 800 mm (M-XL), attacco 50 mm
  • Sella: WTB Volt
  • Attacco borraccia magnetico e attacco porta oggetti sotto al top tube
  • Peso: 19,9 kg senza pedali, tubeless con inserti PTN di serie, taglia M
  • Colore: Warm Grey/Chocolate
  • Taglie: S, M, L, XL
  • Prezzo: 9.199 euro
  • Extra: Range Extender 210 Wh disponibile come optional

Il carro di entrambe le bici è identico e utilizza lo schema Ghost Traction Link.

Uno sguardo da vicino a entrambe

Ruote 29″, escursione 160/140 mm, telaio in carbonio. Ghost ha sviluppato questi due modelli assieme per arrivare a un risultato quasi unico sul mercato, ovvero proporre la stessa MTB in versione elettrica o tradizionale. Effettivamente sono difficili da distinguere, specie a un occhio non esperto.

Entrambe le bici condividono il collaudato carro “TractionLink” di Ghost, ovvero un sistema proprietario formato dal triangolo posteriore in un pezzo unico con i foderi alti dalla forma allungata collegato al triangolo principale attraverso due biellette.

Il tutto è riconducibile a un sistema Virtual Pivot che sulla carta rende la sospensione indipendente dalle forze di pedalata e frenata e con cui la geometria della bici non viene alterata durante il funzionamento in discesa. Per saperne di più leggi il nostro tutorial sulle sospensioni della MTB.

Il look del carro è particolare ma nel complesso le forme di queste Ghost, grazie anche al carbonio, sono armoniose e filanti, un bel passo avanti rispetto ai modelli precedenti che risultavano piuttosto squadrati ed esteticamente più pesanti.

Anche le finiture sono di alto livello con una scelta cromatica sobria, una grafica minimale e una cura dei dettagli che ci piace: il passaggio cavi interno che prosegue sul carro, la protezione estesa per il fodero batticatena, il piccolo parafanghino per coprire il ponticello del carro, una lunga protezione sotto al down tube per al RIOT AM (più corta sulla PATH RIOT).


Geometrie

Entrambe le MTB sono taglia M e le geometrie sono identiche. Il reach di 465 mm è abbondante ed è unito a uno stack di 626 mm.

L’angolo di sterzo è di 63,5° e l’angolo sella è di 76,5°.

Questi valori permettono di aprire al massimo il gas in discesa anche se il carro presenta solo 140 mm di escursione. Allo stesso modo, anche in salita il comportamento è buono (anche se varia naturalmente come vedremo nei paragrafi di ogni bici) per via del passo lungo da 1.263 mm e il carro da 446 mm.

La misura del carro aumenta sulle due taglie L e XL (455 mm) per garantire un minimo di uniformità di comportamento su tutta la gamma.

Foto di Claudio Riotti durante il test della eMTB light Ghost PATH RIOT.La prova sul campo

Ho testato queste due mountain bike per svariate uscite. Per il video che avete visto ho usato come banco prova finale il trail della “Cubana”, al Campo dei Fiori di Varese, dove ho effettuato una salita e una discesa back to back, una via l’altra, nella stessa giornata. Questo per avere, nelle stesse condizioni, un po’ di tutto a livello enduro: salita asfaltata, salita sterrata, discesa tecnica/scorrevole/naturale/lavorata.

Sono alto 170 cm e peso 75 in assetto da MTB con casco, zaino e protezioni. Sulle sospensioni di entrambe le bici ho impostato un sag abbastanza sostenuto dato che fin da subito le ho portate su trail piuttosto impegnativi ricchi di compressioni, salti e drop. Non ho usato le stesse identiche regolazioni/pressioni dato che tra le due bici ci sono 4 kg di differenza e la loro risposta sul terreno è diversa già solo per questo.

La mescola 3C MaxxGrip di Maxxis è la più morbida e performante della gamma.

Per le pressioni degli pneumatici, grazie a inserti e coperture scelti con cura da Ghost, ho giocato tra 1,2/1,4 bar anteriori e 1,4/1,6 bar posteriori, ottenendo tantissima trazione e aderenza in ogni situazione e nessun problema di forature o tagli.

Il PTN non è il più robusto degli inserti e il cerchio posteriore della PATH RIOT a fine test presenta qualche bozza: c’è da dire che le ruote Syntace, già usate su altre Ghost, sono risultate piuttosto “morbide” e facili da ammaccare.

In sella, su entrambe ci si sente ben centrati e “dentro alla bici”. Il manubrio da 810 mm di larghezza, se da un lato dà una sensazione di sicurezza, dall’altro è troppo largo per la mia corporatura (uso 750/760 mm sulle mie bici).

Consiglio quindi di leggere il nostro tutorial su come scegliere il manubrio MTB e di tagliarlo a una misura adatta a voi (a mio avviso 810 mm potrebbe andare bene solo a un rider alto 2 metri, quindi su una bici XL).

La sella WTB è molto comoda, il reggisella Eightpins funziona molto bene. La sua escursione è regolabile da 150 a 175 mm in modo semplice e senza attrezzi. Un appunto che mi sento di fare è che gli incrementi sono di circa 5 mm e a volte può capitare di volere la sella leggermente più alta o più bassa di quello che effettivamente è possibile impostare.

L’unico elemento che ho cambiato per il test sono le manopole dato che con le piccole e molto gommose WTB di serie proprio non mi trovo.

L’ottima protezione del tubo obliquo della RIOT AM.

La Ghost RIOT AM FULL PARTY in prova

Nel periodo estivo sfrutto i bike park e uso spesso la mia Transition Patrol, una 27.5″ da enduro “analogica” piuttosto aggressiva. In autunno e inverno, a parte per alcuni test come questo, torno all’enduro elettrico. Sono più abituato al peso e alla manovrabilità delle eMTB full power ma so bene come si comporta una “endurina” o “endurona” tradizionale. Ebbene, in discesa questa RIOT AM mi è sembrata leggera ed estremamente maneggevole.

Giocosa, intuitiva, con il giusto setting delle sospensioni spicca il volo su qualsiasi radice e salto ma rimane comunque composta nelle staccate e nello scassato.

Le sospensioni Fox offrono davvero molte regolazioni ed è facile perdersi tra i vari registri, consiglio di partire da un sag corretto e poi seguire le indicazioni che fornisce la casa, sono un buon punto di partenza. Personalmente proverei un tuning del Fox X2 con degli spessori per renderlo più progressivo a fine corsa.

In salita il carro tende ad oscillare leggermente, quindi sulle ascese lunghe in asfalto è meglio usare il blocco parziale dell’ammortizzatore.

In questi contesti la bici, un po’ come tutte le enduro moderne, va pedalata con calma e costanza per essere portata in cima, anche per via degli pneumatici con mescola molto morbida che generano parecchio attrito sull’asfalto.

Sotto al top tube sono presenti due viti per fissare uno strap portaoggetti.

In ambito invece salita tecnica, strappi brevi e sezioni di radici regala grandi soddisfazioni perché la trazione è davvero ottima e se si ha un po’ di gamba e tecnica si riescono a chiudere anche passaggi al limite del trialistico.

Il motore Fazua è ottimamente integrato nel telaio, praticamente invisibile.

La Ghost PATH RIOT AM FULL PARTY in prova

Passando dalla RIOT alla PATH RIOT le differenze sono minime, pare di essere sulla stessa bici finché non si accende il motore: per la sua prima ebike light, Ghost ha scelto la drive unit Fazua Ride 60 che ho già provato su altre e-MTB.

Il sistema mi ha convinto tra motore, batteria, display, controller, app e consumi.

Il Ring Control del motore Fazua.

Partiamo quindi dalla salita: se si pedala a lungo su asfalto o sterrato la leva di chiusura dell’ammortizzatore è sempre consigliata. In questi frangenti la PATH permette di salire con velocità o con calma a seconda delle assistenze che si utilizzano.

Ciò naturalmente influisce anche sull’autonomia ma, come detto nel video, la batteria da 430 Wh è sufficiente per un’intera giornata di riding se si usano le prime due assistenze Breeze e River, lasciando la più potente Rocket solo per gli strappi ripidi.

Parlando proprio di questi, con la giusta tecnica di guida e un po’ di allenamento si “portano a casa” sezioni ripide ricche di radici, gradoni e pietre che a prima vista non si pensava di superare.

Il display a Led del motore Fazua.

Ho infatti portato la PATH RIOT sui percorsi dove provo tutte le eMTB test e mi ha stupito: il grip del carro Traction Link (unito a quello della Maxxis Aggressor MaxxGrip DD) tiene il posteriore incollato al terreno.

Il Fazua spinge ovviamente in modo meno aggressivo delle drive unit full power ma proprio per questo dà più aderenza e meno slittamenti di ruota.

La PATH RIOT si riesce anche a trasportare nei tratti di portage, ampliando la tipologia di giri che si possono effettuare con una e-MTB.

Spostandoci sul comportamento in discesa, è molto simile a quello della “cuginetta” RIOT AM ma più stabile alle alte velocità e nelle sezioni scassate: i 4 kg in più rispetto alla RIOT si traducono in più sicurezza in molti frangenti, più grip in staccata e anche stabilità in volo nei salti.

Dall’altro lato, la bici necessita di una guida leggermente più aggressiva e decisa nei trail più stretti e guidati.

Foto di Claudio Riotti durante il test della eMTB light Ghost PATH RIOT.

Entrando nel dettaglio del motore, sono tre le assistenze: Breeze, River e Rocket. Ognuna è modificabile tramite l’app Fazua. L’app funziona molto bene, si collega velocemente e permette di scaricare dei profili già pre impostati o di personalizzare in modo interessante tre diversi parametri: Max Power, Support Relation e Ramp Up. La prima è la potenza massima, la seconda in poche parole può modificare la risposta del motore in base anche alla spinta che fornisce il biker, la terza è l’immediatezza nella risposta del motore.

IMPORTANTE: Se l’app vi chiede il codice di associazione e non lo avete, potete ottenerlo da un negozio che sia rivenditore Fazua: basta collegare la bici al Toolbox Fazua versione 2.20, andare in “configuration” e trovare il codice nel campo “BLE bounding key”. Inserendolo quando lo chiede l’app si accede alle varie schermate per modificare i parametri.

Una volta collegati all’app, capire “cosa fa cosa” e come ogni parametro è correlato all’altro richiede magari un’uscita o due; con un po’ di pratica però diventa possibile cucirsi su misura il motore e trovare la personalizzazione che più si addice al nostro stile di guida, così come gestire al meglio i consumi.

 

Conclusioni

Non mi è mai capitato di poter testare due bici identiche che differiscono solo per la presenza del motore e batteria. Mi piace questa scelta di Ghost che nasce dal fatto di poter offrire le stesse caratteristiche attraverso la propria gamma dando la possibilità ad esempio a coppie di rider con allenamenti diversi di avere la stessa bici, una elettrica e l’altra no.

Parlando proprio di questo, vedo la RIOT AM indicata al rider che cerca una enduro giocosa, capace e divertente da usare in park e su trail di ogni tipo, che richiede una buona gamba per essere portata in cima.

La PATH RIOT invece è “il meglio dei due mondi”: reattiva, agile e stabile, molto capace in salita. Va però tenuto conto che il Fazua, rispetto a una drive unit full power, richiede uno sforzo maggiore di gambe e fiato e quindi come sistema lo vedo più indicato per dei rider mediamente allenati e non troppo robusti come corporatura.

Il rapporto qualità prezzo di entrambe è abbastanza buono, migliore nella PATH dato anche il montaggio più pregiato a livello di trasmissione. Peccato nella RIOT AM, che nel complesso è montata top di gamma, vedere una guarnitura e un manettino Shimano Deore.

Se infine devo svelarvi quale sia la mia preferita, a me è piaciuta moltissimo la PATH RIOT ed è di certo una tra le eMTB light che terrei volentieri in garage.

A questo link trovate maggiori informazioni sulle due bici.

A questo link tutte le specifiche della PATH RIOT.

A questo link tutte le specifiche della RIOT AM Full Party.

Abbiamo testato anche la e-MTB full power Ghost E-RIOT AM CF Full Party, quindi se siete curiosi cliccate sul link e andate a vedere anche il video che abbiamo realizzato assieme al test.

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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!