Test CILO KYANO HC2, una eMTB da enduro in carbonio intuitiva e divertente Claudio Riotti 12 Novembre 2025 Test Abbiamo messo alla prova questa eMTB mullet da enduro con telaio in carbonio, la KYANO HC del brand svizzero CILO, disponibile al prezzo di 8.499 euro. CILO è un produttore svizzero di biciclette attualmente parte del TVS Group, una multinazionale indiana con oltre 50 aziende in vari settori come la produzione di componenti automobilistici, le due ruote e i servizi finanziari. Il nome CILO comunque potrebbe ricordare qualcosa ai ciclisti con qualche anno in più e agli appassionati del mondo strada: difatti questo brand, fondato nel 1927 in Svizzera, ha scritto pagine importanti della storia del ciclismo, con molti atleti e vittorie importanti nelle grandi gare su strada e fuoristrada. Ad esempio il leggendario rider Philippe Perakis corse con il team CILO (una delle prime squadre professionali in Europa) negli anni 90 e vinse nel 1991 a Mammoth Mountain sulla mitica discesa Kamikaze, rubando lo scettro agli americani proprio in sella a una CILO full suspended dotata di sospensioni ATZ, un prototipo avanzatissimo per l’epoca. Una delle prime versioni di CILO utilizzate da Perakis: è grazie anche a pionieri come lui che oggi guidiamo delle full suspended. Dopo un periodo di pausa, CILO è tornata portando con sé la stessa attenzione alla qualità e alla precisione tipica della tradizione svizzera ma con un obiettivo diverso: conquistare i sentieri di montagna. Non si tratta quindi di un ritorno al passato ma l’inizio di un nuovo capitolo interamente dedicato al mondo delle e-mountain bike, dove l’eredità di precisione artigianale viene messa al servizio della tecnologia più avanzata. L’apporto di ingegneri e designer esperti che arrivano da collaborazioni con brand blasonati (come ad esempio Torgny Fjeldskaar, designer per Mazda, Cannondale, BMW, BMC e Colnago) ha permesso a CILO di creare un telaio dalle forme leggere e sinuose ma al contempo moderne e funzionali. Andiamo a vederne le caratteristiche tecniche. Kyano HC2: una enduro molto versatile Due sono i modelli di eMTB in gamma, la Tanay e la Kyano, disponibili in vari allestimenti. La bici che abbiamo in test, la Kyano HC2, è l’interpretazione di CILO del concetto di enduro e-MTB e presenta 170 mm di escursione anteriore e 160 mm posteriore con ruote mullet 29/27.5″. La Kyano HC2 è progettata per affrontare le discese più impegnative, dai trail tecnici ai drop e le pietraie, senza dimenticare la capacità di risalire con efficienza grazie all’assistenza del motore Shimano EP801 da 85 Nm di coppia e 600 Watt di picco di potenza. Geometria e caratteristiche del telaio Il telaio in carbonio della Kyano HC presenta un design moderno che combina un reach leggermente abbondante da 455 mm in taglia M con una misura di foderi posteriori contenuta (440 mm su tutte le taglie) per ottenere sia stabilità che agilità nelle varie situazioni di guida. Questo concetto è lo stesso per cui troviamo la ruota da 29″ anteriore per grip e superamento ostacoli e la ruota da 27.5″ posteriore per una guida più dinamica e intuitiva. Il flip chip è un eccentrico che permette di variare le geometrie della Kyano. Il sistema Flip Chip presente sulla biella dell’ammortizzatore permette di regolare l’angolo di sterzo, l’angolo del tubo sella e l’altezza del movimento centrale, offrendo la possibilità di adattare la bici al proprio stile di guida o al terreno. La geometria riflette l’indole enduro della bici. Ecco i valori principali per le tre taglie (S, M, L): Reach: 420 mm; 455 mm; 495 mm Stack: 628 mm; 646 mm; 664 mm Angolo Sterzo: 64° Angolo Tubo Sella: 77.5°; 77.1°; 76.8° Interasse: 1202 mm; 1246 mm; 1295 mm Il motore Shimano EP801 è davvero ben integrato nel telaio. Motorizzazione e componentistica Il cuore della Kyano HC è il motore Shimano EP801, una unità collaudata che fornisce 85 Nm di coppia e un’assistenza potente ma naturale. L’energia è garantita da una batteria Darfon da 708 Wh, integrata nel downtube e facilmente rimovibile per una ricarica comoda. Ecco la componentistica del modello Kyano HC2: Telaio in carbonio da 160 mm di escursione, flip chip e spazio per borraccia Motore Shimano EP801, 85 Nm, 600 W di picco, 2.6 kg Display/comando Shimano EN600/Shimano EN-600 L Batteria Darfon da 708 Wh Sospensioni FOX: Forcella FOX 38 Performance GRIP da 170 mm e ammortizzatore posteriore FOX Float X Performance Elite Reggisella telescopico Limotec da 200 mm (Tg. M) con regolazione dell’escursione senza attrezzi Trasmissione Shimano XT M8100 12 velocità Freni Shimano XT a 4 pistoncini con dischi da 203 mm Ruote in alluminio DT Swiss HX1700 Pneumatici Schwalbe Magic Mary (ant) e Big Betty (post) entrambi con carcassa Super Trail e mescola Addix Soft Sui trail Il nome Kyano significa “vento fresco” e lo trovo un nome molto azzeccato: è una eMTB “frizzante” e intuitiva. Per valutarla al meglio, nel nostro test l’ho portata sui miei trail abituali passando da sentieri alpini rocciosi e dissestati a single track guidati e scorrevoli, senza tralasciare i salti e le sponde di un paio di “pistini” con “doppi” fino a 5/6 metri. Sono alto 170 cm e peso 68 kg “svestito”. La taglia M è piuttosto compatta e la sensazione è quella di essere leggermente sopra alla bici anziché “dentro”, questo però con il reggisella esteso e in pedalata. Il manubrio a 81 cm è troppo largo per i nostri gusti: leggi il tutorial sulla lunghezza del manubrio della MTB per capire come la pensiamo. La postura è leggermente più sbilanciata sull’anteriore: il motivo è risiede nel fatto che il cannotto della forcella è tagliato piuttosto corto e il manubrio è molto largo e ha un rise ridotto. Per questo, se si affrontano spesso lunghi tour e/o percorsi ripidi in discesa potrebbe avere senso pensare a un manubrio con più rise e tagliato a una misura che rispetti che la corporatura del rider, nel mio caso 750 mm. Uno degli highlights della Kyano: 200 mm di reggisella telescopico su taglia M, regolabili. Un sogno. Appena si abbassa la sella ci si trova su un mezzo intuitivo e reattivo nei single track scorrevoli e guidati ma al contempo pronto a digerire le pietraie più sconnesse e i salti più grossi. Nel test non ho girato il flip chip: per il mio stile di guida sono convinto che sia meglio la configurazione più “bassa e aperta”, quella con cui la bici mi è stata consegnata. Il design del telaio con il top tube aperto è sicuramente originale ma anche funzionale: lo standover è contenuto e ci si muove sulla bici senza restrizioni, specialmente grazie all’adozione del reggisella Limotec da 200 mm di escursione su taglia M. Non ci stancheremo mai di dirlo: secondo noi ogni azienda dovrebbe disegnare le proprie ebike da enduro intorno a un tubo piantone dritto e lungo e poi dotarle, come ha fatto CILO, di reggisella telescopici regolabili di modo che il rider poi si possa personalizzare l’altezza e l’escursione a piacimento. Il 200 mm è troppo alto? Si regola girando la ghiera fino a 180 mm. Ancora troppi? Si può scendere a 160 mm e via via fino a 100 mm, il tutto senza attrezzi e molto facilmente. Inoltre, il maggior spazio per le gambe e il fondoschiena non è solo un vantaggio in discesa ma anche in salita tecnica, quando si affrontano passaggi al limite e magari serve scendere “al volo” dal mezzo. Anche qui la differenza si sente e la sicurezza aumenta. Ottime le protezioni dei foderi del carro: sulla nostra bici test però si nota già un parziale scollamento della gomma. Il resto dei componenti va davvero molto bene come le ruote DT Swiss, l’affidabilità dei freni e della trasmissione Shimano. Gli appoggi (sella, manubrio e le sottili manopole) sono comodi e ben curati. Una nota sugli pneumatici: la combo Magic Mary/Big Betty va bene ed è già molto performante ma la carcassa Super Trail, in ottica enduro elettrico, è un po’ delicata e su percorsi rocciosi obbliga a pressioni alte, quindi più vibrazioni e meno aderenza. Per sfruttare appieno le doti della Kyano HC2 sarebbe bello trovare già di serie dei pneumatici con carcassa rinforzata come le Schwalbe Albert Gravity Radial che abbiamo testato e che attualmente sono le preferite della redazione, specialmente con una mescola Addix Ultra Soft all’anteriore. Il telaio non ha nessuna protezione nella parte anteriore del motore, dove generalmente si hanno gli impatti più forti con pietre e ostacoli. Consigliamo vivamente di applicare una pellicola protettiva spessa in questa zona. Il motore Shimano EP801 Se negli ultimi test di eMTB con motore Shimano non ero rimasto molto soddisfatto (come ad esempio in quello della THOK Gram che risale al 2023), con la Kyano mi sono ricreduto: grazie alla personalizzazione tramite l’app e-Tube di Shimano ci si riesce a “cucire” il motore sulle proprie esigenze. Ad esempio, con gli ultimi upgrade dell’app si può selezionare l’overrun (la spinta residua) su tre livelli, e questa è una feature che ancora molte altre case (come ad esempio Bosch) non hanno. Un altra caratteristica già presente è rimasta, ovvero si può decidere l’attacco e lo stacco del motore (aggressivo o morbido) mentre a differenza dei tre livelli classici Eco, Trail e Boost, oggi si possono impostare addirittura fino a 15 livelli di assistenza: forse troppi? Quattro schermate dell’app E-Tube di Shimano: i componenti del sistema, la personalizzazione “PurePower” dei livelli, dell’assistenza e del display. Personalmente ne ho impostati quattro, aggiungendone quindi uno “in basso” con coppia e assistenza molto ridotte. Inoltre, e anche questo manca a molti altri competitor, sono disponibili due profili utente selezionabili con il comando (senza app quindi), di modo da avere ad esempio un profilo con assistenze più potenti per le uscite brevi e un profilo più orientato al risparmio per le uscite lunghe. Il display ha un look un po’ datato ma ha le schermate personalizzabili e la possibilità di vedere molti dati utili contemporaneamente. L’altra cosa che mi piace della drive unit nipponica è la sua libertà in pedalata a motore spento o nei rilanci oltre i 25 km/h, ancora migliore di molti altri motori. E anche se sulla carta abbiamo “solo” 85 Nm e 600 Watt di picco, nell’uso reale sui sentieri la potenza non manca. Come diciamo ultimamente, non facciamoci abbagliare dai numeri e dal marketing: se per anni siamo stati tutti soddisfatti con 80/90 Nm e 600 Watt di picco non vuol dire che per forza questi all’improvviso siano troppo pochi per fare le stesse cose che facevamo prima. Il comando al manubrio è lo SW-EN600: è piccolo e anche i cinque tasti lo sono, con i guanti a volte si fa fatica ad azionare i pulsanti. Difatti, nel test sono riuscito a “chiudere a zero” (senza mettere piedi a terra) tutti i passaggi tecnici presenti sui trail che generalmente utilizzo nei miei giri di prova, ma con un’accortezza, quella di rimanere sempre entro un range di pedalata ottimale per l’EP801, tra le 80-84 rpm e le 100-104 rpm. Al di sotto o al di sopra di questa soglia il motore fatica ad esprimere la sua potenza e a mio avviso è proprio qui che ci vorrebbe un aggiornamento del software: questo potrebbe migliorare parecchio anche la sua versatilità. L’altra caratteristica dell’EP801 che avrebbe bisogno di un upgrade è il leggero rumore, un “ticchiettio” degli ingranaggi interni quando ci si muove a pedali fermi (coasting in inglese), sia su un prato in piano sia in discesa sui sentieri: so che molti rider non lo notano e anche che con il tempo ci si abitua: purtroppo sono un amante delle ebike silenziose e questo costante rumorino mi distrae leggermente dalla guida. La batteria è coperta da una cover ed è semplice da estrarre tramite un meccanismo con chiave a brugola protetto da una guarnizione in gomma. Autonomia Tenendo conto che ci sono davvero molti fattori che influenzano questo parametro (come l’allenamento, il peso del bike, i percorsi, il dislivello, la temperatura e molto altro), la Kyano HC2 con la batteria Darfon da 708 Wh ha un’ottima autonomia. Lo Shimano, specie se ben settato e utilizzato in modo corretto, è abbastanza economico. In un giro “test” che uso per provare le ebike, i suoi consumi sono stati in linea con quelli del motore Bosch CX Gen 5 aggiornato a 100 Nm che sto utilizzando attualmente (chiaramente impostandoli con coppia e potenza uguali per quello che è possibile tramite le rispettive app). Non siamo fan dei cavi nella serie sterzo ma è bello vedere come scompaiano sotto all’attacco manubrio… …lasciando il telaio pulito e senza interruzioni nelle linee. Conclusioni La CILO Kyano HC2 si è rivelata una eMTB davvero divertente, capace e intuitiva. Allo stesso tempo è stabile e rassicurante e questo la può rendere una scelta sensata anche per rider meno esperti. L’insieme di design, geometrie, montaggio e dettagli fa della HC2 un prodotto ben rifinito, moderno e con una linea interessante. In tutto ciò, la scelta di adottare una drive unit Shimano EP801 può sembrare anacronistica: tuttavia nel nostro test abbiamo potuto riscontrare che questo motore, seppur non alla pari degli ultimi usciti, sia ancora al passo con i tempi e adatto alla stragrande maggioranza dei biker elettrici grazie alla personalizzazione tramite l’app. Se dovessimo trovare due difetti questi sono la rumorosità del motore in discesa (che comunque è soggettiva) e la fascia di prezzo alta rispetto al montaggio: anche se la forcella Fox 38 Performance ha funzionato molto bene durante il test, per 8.499 euro ci sarebbe piaciuto trovare una forcella più evoluta con la cartuccia Grip X2. Per maggiori informazioni su componenti, geometrie e montaggi consulta il sito ufficiale CILO. Fai un giro anche sulla nostra pagina Instagram e sulla nostra pagina Facebook oltre che sul nostro canale Youtube dove puoi trovare molti video-test di bici, MTB elettriche ed ebike di vario genere. 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