Sulle pagine di ebike.bicilive.it abbiamo da poco presentato il marchio Agazzini Bikes (www.agazzinibike.it), un’azienda nata nel 2015 a Grignasco in provincia di Novara, Piemonte.

I due titolari Paolo e Andrea Agazzini ci hanno mandato in prova la loro nuova eMTB, la New Enduro.

Si tratta di una mountain bike elettrica con motore Bafang M510, ruote 29″, 170 mm di escursione anteriore e 159 al posteriore, telaio full carbon e componenti di altissima gamma, tra cui un attacco manubrio ammortizzato “Soft Stem” e il Soft Ride, una particolare biella che dispone di un elastomero. Il montaggio della New Enduro è personalizzabile dall’utente ed è disponibile a partire dal prezzo di 8.590 euro.

Vediamone le caratteristiche tecniche e come si è comportata nel test. La prova ha visto una prima giornata proprio insieme ai due fratelli Agazzini che ci hanno dato un grosso aiuto per comprendere al meglio i componenti particolari sviluppati in casa sulle proprie bici come il Soft Ride e il Soft Stem.

Agazzini New Enduro, caratteristiche tecniche e geometrie

Come spiegato nell’articolo di presentazione dell’azienda Agazzini Bikes, sono tre le bici a catalogo: la motobike Enduro² (con motore da 4000 Watt) completamente realizzata in Italia, la New Enduro del test e la Native, una MTB tradizionale. Le ultime due bici dispongono di un telaio full carbon Toho Tenax realizzato a Taiwan ma sono poi interamente assemblate in azienda a Grignasco.

Oltre a dare la possibilità al cliente di scegliere molti dei componenti del montaggio finale, Agazzini permette di personalizzare il colore RAL della parte anteriore del telaio così da rendere unica la propria bici o ebike.

Per quanto riguarda le geometrie della New Enduro in test abbiamo due taglie, M ed L (con seat tube 445 mm e 480 mm). La bici in prova, una M, presenta una angolo di sterzo di 63.9°, un angolo sella di 76°, un reach 443 mm di e uno stack di 623 mm. L’interasse è di 1.230 mm con un carro di 460 mm.

Qui sotto trovate l’allestimento previsto per il modello “base”. Noi abbiamo testato una versione leggermente superiore, diciamo “race ready”, con i diversi componenti marcati in grassetto.

La cover del motore è molto robusta.

In pillole

  • Telaio in carbonio Toho Tenax escursione 150+9 mm con SOFT RIDE System
  • Motore BAFANG M510: 25 km/h – 250W – 95 Nm oppure M600: 45 km/h – 500W – 120 Nm (Optional)
  • Batteria interna asportabile da 450 Wh oppure 600 Wh – 645 Wh – 860 Wh (Optional)
  • Display LCD con 3-5-9 modalità di assistenza
  • Trasmissione SRAM GX Eagle 12V | 10-50T
  • Freni Formula Cura 4, 203 mm oppure Braking Incas 2.0 (Optional)
  • Forcella EXT ERA V2 – 29”/44 offset/170 mm di escursione
  • Ammortizzatore EXT E-STORIA Trunnion – 185×55 mm oppure Öhlins TTX 22M – 185×55 (Optional)
  • Manubrio Switch in carbonio da 780 mm – 25 mm rise
  • Attacco manubrio 35 mm oppure SOFT STEM AGAZZINI 
  • Sella PROLOGO PROXIM W350 155 T2.0 BK
  • Reggisella telescopico Switch a scelta tra 125/150/170 mm
  • Ruote Agazzini Tenace by Boone
  • Pneumatici Goodyear Newton TC Enduro 29×2.4″
  • Pedivelle in alluminio da 170 mm oppure AGAZZINI M-Series in Ergal CNC 167mm (Optional)
  • Taglie: M, L
  • Peso rilevato in taglia M con inserti, senza pedali e batteria 645 Wh: 24,1 kg
  • Prezzo: da 8.590 euro. Versione test circa 9.500 euro.

Il Soft Ride di Agazzini è un sistema di biella+elastomero.

Il Soft Ride e il Soft Stem di Agazzini Bikes

Come spiegato nel video, Agazzini ha ideato questi due sistemi per filtrare le piccole sconnessioni provenienti dal terreno al fine di migliorare la guida, il comfort in sella e anche la trazione al posteriore nel caso del Soft Ride.

Iniziando proprio da questo, il Soft Ride è un sistema ideato, progettato e brevettato da Agazzini composto dalla biella dell’ammortizzatore in Ergal ricavata dal pieno in cui è presente un elastomero nel fulcro del perno superiore, dove si fissa l’ammortizzatore. L’effetto finale, oltre a quelli elencati sopra, è anche di aumentare la corsa alla ruota di 5-9 mm.

Il Soft Stem è l’attacco manubrio “ammortizzato”.

Il Soft Stem è un attacco manubrio che funziona sullo stesso principio: sempre ricavato dal pieno in Ergal, sfrutta due elastomeri che agiscono nella zona anteriore. Questa parte di fatto “oscilla” sulla parte inferiore dello stem attraverso un perno e due cuscinetti a sfera.

Gli elastomeri del Soft Ride e del Soft Stem sono disponibili in diverse durezze per andare incontro alle esigenze e gusti del cliente.

Foto di Claudio Riotti durante il test della eMTB Agazzini New Enduro

Con i freni Braking il nose press è quasi un gioco da ragazzi…

Il test sul campo

Sono alto 170 cm e peso circa 75 kg in assetto di riding con zaino, casco e protezioni. La taglia M è equilibrata come geometrie e dimensioni degli appoggi a parte il manubrio da 780 mm che per i miei gusti è molto largo, generalmente uso un 750 mm. Il reggisella telescopico montato è da 125 mm ma è possibile montare anche un 150 mm.

Le finiture della New Enduro sono ben realizzate e su tutto è possibile apprezzare un ordinato passaggio cavi interno al telaio (e non alla serie sterzo come va di moda ora tra le grandi aziende, a discapito della manutenzione e usura dei cavi stessi).

La versione “total black” del test ha un aspetto decisamente racing dove spiccano le parti in Ergal di pedivelle, biella e attacco manubrio “made in Agazzini”. Le grafiche sono adesive, sono anch’esse personalizzabili e non sono ricoperte da trasparente.

Il motore è dotato di una robusta cover in alluminio mentre la cover della batteria fa parte della batteria stessa ed è protetta da una pellicola.

Sul tubo obliquo è presente la porta per ricaricarla coperta da un tappo in gomma, così come la serratura dotata di chiave (dal lato opposto) per asportarla.

Il manubrio con manopole arriva a 80 cm: dà grande sicurezza ma nel mio caso fa sforzare troppo le spalle e risulta eccessivamente ampio nei percorsi con alberi ravvicinati.

Set up

Il setting della New Enduro è stato abbastanza veloce. Un plauso ad Agazzini per aver già fornito la bici trasformata in tubeless e con degli inserti montati. Per le sospensioni ho rispettato i valori consigliati da EXT andando poi a sperimentare delle regolazioni più morbide o più sostenute a seconda dei tracciati che ho utilizzato come test tra cui Colazza (NO), il Mottarone (VCO) e il Campo dei Fiori (VA).

Vanno provate diverse configurazioni delle camere + e ++ della forcella Era V2 e serve portarsi dietro una chiave inglese da 12 mm per poter regolare le alte velocità dell’ammortizzatore e-Storia. A parte ciò, le due unità di EXT lavorano in modo egregio, dialogando tra loro e dimostrandosi molto personalizzabili nella risposta come ad esempio la regolazione esterna del fondo corsa dell’e-Storia chiamata HBC.

I freni Braking Incas sono un capolavoro come costruzione ma hanno una leva piuttosto lunga e quindi li ho spostati più all’interno del manubrio per poter frenare a un dito. Inoltre ho agito con una brugola sulla piccola (e un po’ scomoda) vite per avvicinare le leve alla manopola in modo da non dover frenare con il dito esteso bensì con l’indice che sfrutta tutte e tre le falangi.

Questo a mio avviso dà più modulazione nella frenata e più resistenza sulle lunghe discese, anche se in realtà con questi freni basta accarezzare la leva e già ci si ferma.

On the trail

Il test è iniziato a Colazza (NO) sui Sentieri dei Lupi del Cornaggia a cui va un grande ringraziamento viste le condizioni perfette in cui li abbiamo trovati e le varie migliorie che hanno interessato tutti i trail.

Per la prima salita e discesa abbiamo montato un attacco manubrio tradizionale mentre per il secondo giro ho provato il Soft Stem senza cambiare nessun altro setting o parametro: da subito si percepisce un comfort maggiore con meno vibrazioni.

Serve comunque un minimo di adattamento perché sembra di avere la gomma quasi sgonfia all’anteriore (ovviamente abbiamo lasciato la pressione invariata e l’abbiamo comunque ricontrollata), inoltre non si sente un vero e proprio movimento del manubrio ma piuttosto un “isolamento” di questo dalle piccole asperità.

La cosa mi è piaciuta molto anche in salita dissestata dove il Soft Stem, assieme all’ottimo lavoro della forcella Era V2, permette di scegliere linee più dirette senza girare intorno agli ostacoli e comunque di stancare molto meno le mani su lunghe salite ciottolate o pietrose.

Foto di Claudio Riotti durante il test della eMTB Agazzini New Enduro

Per quanto riguarda il Soft Ride al posteriore, le sensazioni sono simili. Qui non ho potuto provare la differenza con una biella normale in quanto le bici Agazzini nascono già con questo sistema.

Posso solo constatare che il lavoro del carro con giunto Horst e la sensibilità dell’ammortizzatore e-Storia assieme al sistema Soft Ride garantiscono un notevole grip alla ruota in ogni situazione, con i primi millimetri di corsa che sono “burrosi” e si mangiano ogni asperità.

Salita

Il Soft Ride e il Soft Stem, uniti al motore Bafang M510, permettono grandi prestazioni in salita anche su sezioni molto ripide e tecniche, a patto di mantenere una pedalata costante per tenere “in tiro” il motore. Se si fermano i pedali per oltrepassare un gradone la spinta residua (overrun) è sufficiente per scavalcarlo ma è molto corta, quindi in generale è abbastanza naturale come sensazione.

La potenza, di cui ricordo il picco dichiarato di ben 800 Watt, è distribuita in maniera efficace alla ruota, con un notevole miglioramento rispetto agli altri M510 che ho testato su precedenti ebike.

L’erogazione e la prontezza sono ben gestibili, in Boost tuttavia è meglio mantenere il dito sul freno posteriore per correggere qualche eventuale momento di esuberanza nella spinta, specie nei tornanti in salita o nelle fasi di “start&stop”.

Non è presente un’applicazione per modificare le assistenze ma Agazzini può fornire una personalizzazione dei livelli in fase di acquisto o post vendita tramite l’interfaccia software Bafang ufficiale.

Per quanto riguarda la bici nel complesso, la lunghezza di 460 mm del carro aiuta a mantenere l’anteriore a terra anche sugli strappi più ripidi. L’angolo sella di 76° non è estremo come su altre MTB o ebike provate ma personalmente non ho sentito l’esigenza di averlo più verticale.

Discesa

Il discesa, dopo aver trovato un buon setting alle sospensioni, la New Enduro regala ottime sensazioni: maneggevole, intuitiva, stabile ma al contempo sufficientemente agile da permettere una guida attiva e dinamica con facili bunny hop sulle radici, salti e cambi di direzione rapidi.

Il grip del Soft Ride si sente anche nelle staccate e nelle curve senza appoggio dove quel pizzico di aderenza in più fa la differenza tra frenare oppure fidarsi del fatto che la bici mantenga la traiettoria.

La New Enduro mi è piaciuta sui tracciati veloci e tecnici così come su quelli flow e più stretti e questo è dato anche dalla scelta di utilizzare geometrie equilibrate e non troppo estreme.

Addirittura, sui salti e in alcuni frangenti sembra una bici da enduro normale senza motore, solo con molta stabilità in più: questo lo trovo come un punto a favore di grande importanza in un panorama dove tante eMTB sono sì prestanti ma anche molto “schiacciasassi” e piantate a terra.

Una nota positiva sui Braking Incas che sono tra i freni più performanti provati finora, anche se un po’ rumorosi dopo le staccate più intense.

Pneumatici: dopo un inizio positivo su terreni umidi e dal grande grip, tornato sul secco di questo periodo le coperture Goodyear Newton TC Enduro non mi hanno convinto, complice una mescola forse troppo dura che non mi ha dato confidenza né all’anteriore, né in staccata al posteriore: ho difatti utilizzato una Maxxis Exo+ 3C MaxxGrip all’anteriore per poter spremere al meglio tutto il potenziale della New Enduro. Delle coperture con mescola molto morbida quindi si abbinerebbero meglio al carattere racing di questa ebike.

Autonomia

Come sempre questo paragrafo si potrebbe riassumere con la parola “dipende” perché i fattori in gioco sono molteplici tra cui il peso del biker, l’allenamento, le assistenze usate, il tipo di percorso, la temperatura, la quantità di fermate e ripartenze (la partenza veloce sul ripido è una delle fasi in cui il motore richiede più batteria).

Detto ciò, confrontando le prestazioni della New Enduro sui percorsi dove porto anche le altre eMTB dei vari test posso affermare che i consumi del Bafang M510 siano nella media. La batteria da 645 Wh permette di effettuare giri anche di 2.000 metri di dislivello positivo, se scelte con cura le assistenze e i momenti in cui usarle.

Conclusioni

La Agazzini New Enduro è una mountain bike elettrica di fascia alta che permette prestazioni di ottimo livello.

L’insieme dei componenti, il telaio con le soluzioni originali Soft Ride e Soft Stem e la scelta delle geometrie creano un mezzo che dà subito molta confidenza e ispira fiducia nell’affrontare i tracciati più tecnici come quelli che potete vedere nel video. Allo stesso tempo, anche su percorsi flow riesce a divertire risultando maneggevole e intuitiva.

La vedo indicata per il biker evoluto ed esigente che vuole una eMTB “race ready” e senza compromessi, ma anche per l’appassionato meno esperto che cerca un prodotto ricercato, ampiamente personalizzabile e dalle soluzioni tecniche uniche.

Per maggiori informazioni consulta il sito ufficiale Agazzini.

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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!