Il test della eMTB M1 Sport Technik Das Spitzing Evolution Claudio Riotti 3 Giugno 2019 Test Il brand tedesco M1 Sport Technik produce da anni biciclette in carbonio di alta gamma, ne abbiamo discusso approfonditamente nell’intervista a Paolo Mandelli di Elektra Mobility, l’importatore italiano. Abbiamo presentato l’ebike oggetto del test, l’ultima delle creazioni di M1 Sport Technik, nell’articolo M1 Das Spitzing Evolution. Vi rimandiamo quindi agli articoli sopracitati per conoscere meglio il brand e scoprire le varie caratteristiche dei diversi modelli presenti in gamma: tra le particolarità esclusive come la batteria da 880 Wh o 1050 Wh, le M1 presentano motori TQ Systems da 120 Nm di potenza. Per ogni ebike M1, tre sono i modelli di motore disponibili: 250 W; 500 W con omologazione e addirittura una versione da 920 W per utilizzo in aree private. Per il nostro test abbiamo utilizzato il modello Das Spitzing Evolution “Pedelec” che quindi presenta il motore TQ limitato a 250 W e l’assistenza fino a 25 km/h, come prevede il Codice della Strada. Il prezzo è di 7.999 euro con batteria da 880 Wh. La eMTB M1 Sport Technik Das Spitzing Evolution: 27,4 kg in taglia M con i pedali di serie. M1 Sport Technik Das Spitzing Evolution, carbonio e potenza Il brand tedesco M1 fa parte del gruppo multinazionale Fritzmeier e crea e produce esclusivamente telai in carbonio dal 1994. Tutte le ebike M1 Sport Technik 2019 sono quindi il frutto di una lunga esperienza nel settore e i primi modelli elettrici sono del 2012. La eMTB in test è una evoluzione della Das Spitzing originale, la quale presentava il principale tratto distintivo delle ebike del brand bavarese, ovvero la batteria posizionata davanti al tubo obliquo. La batteria da 880 Wh integrata nel telaio della M1 Spitzing Evolution. Per questo nuovo modello Spitzing Evolution, M1 ha deciso di integrare la batteria nel telaio seguendo le tendenze degli ultimi anni, anche per il fatto che una mountain bike elettrica con batteria integrata è più simile a una bici tradizionale. Per farlo, è stato fatto un lavoro magistrale sul telaio in carbonio: ad esempio sono da evidenziare le forme futuristiche e squadrate del triangolo anteriore, il tubo obliquo che contiene la batteria, il top tube diviso in due che lascia intravedere l’ammortizzatore, il passaggio cavi interno e il proteggi ammortizzatore in carbonio. I tecnici M1 sono riusciti ad ottenere tutto ciò e anche un risparmio di peso del 25% rispetto al telaio del modello precedente. Il particolare tubo obliquo della M1 Spitzing Evolution. Il tubo obliquo è stato disegnato per contenere la grande e capiente batteria da 880 Wh, che si fissa saldamente ad un perno posto sopra al motore. Il pacco batteria dispone di un doppio sistema di sicurezza: con la chiave e con una levetta a sgancio, per garantire la massima stabilità di fissaggio. Oltre alla chiave, per sganciare la batteria va tolta una sicura a gancio. Il cuore della Spitzing Evolution, il potente motore TQ da 120 Nm, è compatto e dalla forma cilindrica: ha infatti la caratteristica di avere la parte meccanica ed elettrica sullo stesso asse per offrire meno resistenze da spento o superati i 25 km/h. Al suo interno è presente una frizione magnetica che limita il movimento della bici all’indietro, particolarità utile nelle partenze in salita ma a cui ci si deve abituare. Con un aspetto al contempo aggressivo, elegante e potente, a suo modo la Spitzing Evolution ricorda una muscle car, un’automobile ad alte prestazioni, ed effettivamente vedremo che proprio di prestazioni fuori dal comune si tratta. Il motore TQ Systems da 120 Nm di potenza e la lavorazione del telaio che lascia accessibile la presa di ricarica della batteria. Caratteristiche tecniche M1 Spitzing Evolution in test Telaio: M1 in fibra di carbonio ad alto modulo,160 mm di escursione Motore: TQ 120S, 250 W e 120 Nm Batteria: M1 48V da 880Wh 5 livelli di assistenza fino al 550% Display al manubrio con mini joystick Forcella: FOX 36 Float Performance Elite con 160 mm Ammortizzatore posteriore: FOX Float DPX2 Cambio: Shimano XT Shadow Plus a 11 velocità con sensore cut-off Cassetta: Shimano XT 11-46, Pedivelle FSA CK745, corona anteriore FSA 42T Freni: Magura MT5e idraulici 203/180 mm con sensore cut-off Ruote: DT Swiss H1900 Spline 27,5″ Pneumatici: Schwalbe NobbyNic 27,5×2,6″ Manubrio 760 mm, Stem 70 mm, pedali e manopole: Reverse Reggisella telescopico LEV 125 mm Taglia in test: M Peso: 27,4 kg rilevati Prezzo: 7.999 euro Ricordiamo che su tutti i modelli di Spitzing Evolution è disponibile la batteria opzionale da 1050 Wh anziché quella da 880 Wh, con un sovrapprezzo di 400 euro. Inoltre all’anteriore è possibile montare una ruota da 2,6″ fino a 3″ di larghezza e, anche se fuori dallo standard del costruttore, una ruota da 29“. Come protezione, la batteria della M1 Spitzing Evolution presenta un rivestimento gommato esterno molto spesso. Il test della Das Spitzing Evolution Il test si è svolto su più uscite e svariate tipologie di sentieri, con caratteristiche e condizioni molto diverse tra loro. Sono alto 1,70 m e peso 74 kg in assetto da bici, ho settato la Spitzing Evolution con circa il 25% di Sag anteriore, il 30% posteriore e una pressione nelle gomme da 2,6″ di 1,1 bar anteriore e 1,8 bar posteriore, con camere d’aria. Successivamente ho aumentato il Sag al 30% davanti e 35% dietro e ridotto la pressione a 1,5 bar posteriormente per ottenere un feeling più confortevole e più trazione. La eMTB M1 Spitzing Evolution durante un’uscita particolarmente fangosa. Una volta in sella, gli appoggi sono validi: le manopole e i pedali Reverse Escape sono nella media come grip e comodità, ma a questi ultimi sostituirei i pin con un modello più sottile e appuntito. La sella è comoda anche sulle lunghe distanze e presenta una maniglia posteriore molto utile quando si sposta la bici a piedi. Anche se lo stem sembra lungo, gli appoggi sono ben concepiti. La posizione in sella è centrale e neutrale: il reach di 420 mm e l’attacco manubrio è abbastanza lungo, 70 mm. Questa è una scelta di cui non ero convinto a inizio test ma poi mi sono ricreduto, specialmente nel contesto dove la M1 eccelle, cioè la salita. I pedali di serie Reverse Escape hanno un grip discreto, migliorabile con pin più sottili. Le geometrie prevedono inoltre un angolo di sterzo da 66,5° e 76,5° di angolo sella, con un interasse di 1.205 mm totali, numeri nella media per una eMTB da all mountain. I foderi bassi del carro sono stati portati a 464 millimetri per rendere la bici stabile anche sui ripidi più estremi e contenere al meglio la potenza del motore in salita, e su questa scelta non posso che essere d’accordo; peccato che ciò, assieme a un movimento centrale abbastanza alto, renda meno maneggevole la Spitzing nelle curve e nei cambi di direzioni veloci in discesa. La trasmissione Shimano/FSA non ha mai perso un colpo neanche con condizioni proibitive. Per quanto riguarda i livelli di assistenza abbiamo le seguenti modalità: 0 – nessuna assistenza 1 – Range-Extender: 45% 2 – Eco: 45% 3 – Tour: 110% 4 – Sport: 195% 5 – Power: 550% L’utilizzo è stato prevalentemente in Sport e Power, con qualche tratto in Range Extender ed Eco. Piccolo, semplice ed intuitivo, il display del TQ si può richiedere a sinistra o a destra a seconda delle preferenze. Particolarità: il cut off su freni e cambio È da segnalare la presenza dei sensori di cut off sulle leve dei freni e sul cavo del cambio: questo perché la M1 Spitzing Evolution, nelle versioni con motore da 500 W, è omologabile, di conseguenza tutti i modelli escono con queste particolari caratteristiche. In questa foto è visibile il cavo del cut off che esce dalla lunga leva dei freni Magura MT5e. In sostanza, il motore smette di assistere ogni volta che si sfiora una leva dei freni o si aziona il cambio. Per quanto riguarda i freni si tratta di una decisione dettata dalla sicurezza e dal rispetto delle regole di omologazione. Il particolare sensore cut off sul cavo del cambio della M1 Sport Technik Evolution. Per il cut off sul cambio, la scelta denota una cura dei particolari, un notevole sforzo verso l’innovazione e l’utilizzo della tecnologia al servizio dell’utente, perché in questo modo si riesce ad evitare di stressare la trasmissione con cambiate sotto sforzo, cosa che spesso accade a chi ha meno dimestichezza con le ebike. Tuttavia, in una guida enduro spinta, è stato evidente fin da subito che ciò avrebbe parzialmente condizionato il risultato del test e quindi, dopo una telefonata con l’importatore Paolo Mandelli, ho deciso di sconnettere il cut off dei freni, mentre su quello del cambio non è stato possibile intervenire. Anche con cut off disinserito le leve sono molto lunghe per una frenata “a un dito”. Quindi per evitare di interrompere continuamente l’erogazione del motore è bastato scollegare la spinetta sulla lunga leva dei Magura MT5e per ottenere un feeling normale di utilizzo in salita. Perché, in salita si frena? Sì, la mia guida sulle ebike è sempre con il dito indice sul freno posteriore, in qualsiasi contesto, specialmente con i 120 Nm di potenza della M1. Parlo di questa tecnica in maniera approfondita nel tutorial come guidare una eMTB in salita e discesa. Il divertimento in salita con la Spitzing Evolution è all’ennesima potenza. La M1 Spitzing Evolution in salita Quando si pedala per la prima volta la M1 Spitzing Evolution selezionando la massima potenza, si prova una sensazione spontanea di euforia e ilarità mista a nervosismo, come quando da ragazzino facevo un giro sulle moto da cross di mio padre o di amici più grandi. Non sto esagerando: il motore della Spitzing Evolution fornisce una spinta poderosa, che nessuna altra eMTB da me provata finora riesce a dare. Il sensore di velocità è ancora “vecchio stile” con un magnete sul raggio, servirebbe un upgrade visto il livello del mezzo. L’uso frequente del freno posteriore in salita è necessario a mio avviso per correggere la velocità, mantenendo la trazione e il motore “in tiro” e sopperire a eventuali slittamenti della ruota posteriore. Quindi, una volta risolto il problema del cut off sui freni ho potuto mettere alla prova le doti di scalatrice della Spitzing Evolution, constatando che sulle salite ripide e mediamente tecniche semplicemente non ha rivali. Il cut off sul cambio ha richiesto un breve periodo di abitudine: il calo di potenza è lieve e confinato solo al tempo di cambiata, quindi se da un lato il motore spinge meno mentre si cambia, dall’altro si evita di usurare la trasmissione o addirittura di rompere la catena. I freni Magura MT5e hanno 4 pistoncini e buona potenza; al posteriore però sarebbe meglio un disco da 200 anziché 180 mm. Con la M1 Sport Tecnick ho sbriciolato i miei record e tempi di riferimento sulle salite dei sentieri abituali, proprio perché il connubio di potenza, carro lungo e postura sulla bici permettono di scaricare a terra tutti i 120 Nm di coppia del motore TQ senza alleggerimenti dell’avantreno o impennamenti. Ovviamente tutta questa potenza va gestita, bisogna prendere confidenza con il sensore di sforzo e va equilibrata bene la pressione sui pedali: quando serve potenza bisogna metterci anche la spinta delle gambe. Parlando di pedali, grazie al movimento centrale alto raramente ho urtato contro gli ostacoli sul terreno nonostante le pedivelle FSA da 175 mm: altro punto a favore per la salita. Il paracolpi in metallo sotto al motore TQ è davvero robusto. Il motore TQ lavora silenziosamente sotto carichi leggeri ma tende a diventare progressivamente rumoroso quando è richiesta più potenza, producendo un ronzio molto caratteristico. Diversamente da altre ebike, il TQ si fa sentire anche quando si smette di pedalare, con una sensazione simile a quella di una moto quattro tempi quando si chiude il gas. Tuttavia non l’ho trovato particolarmente fastidioso, ci sono motori che hanno dei sibili più acuti e insistenti. Lo stacco oltre i 25 km/h è molto dolce e anche in pedalata a motore spento c’è poco attrito, poi chiaramente entra in gioco la mole complessiva della bici che è ragguardevole. Sulle rampe tecniche con gradoni o radici la M1 sale molto bene ma diventa fisica, il peso si fa sentire e bisogna scegliere con cura le traiettorie: le coperture Nobby Nic di Schwalbe sono effettivamente molto scorrevoli (su una ebike) ma quando si tratta di guida spinta, fango o tratti umidi l’aderenza lascia un po’ a desiderare. Ciò è dato anche da una mescola non morbida e una pressione relativamente elevata al posteriore per evitare di pizzicare la camera d’aria. Vedrei molto bene un upgrade a dei pneumatici più tassellati come i Magic Mary in versione Soft, restando in casa Schwalbe, e per l’utilizzatore finale una conversione a tubeless inserendo un sistema di protezione del cerchio che permetta pressioni basse ed eviti le pizzicature. La linea e gli accostamenti cromatici del telaio della M1 Spitzing Evolution sono davvero ben riusciti. Come consumi bisogna sempre specificare che le variabili in gioco sono troppe per poter indicare dei dati oggettivi. Tuttavia durante un’uscita ho scalato ripetutamente circa 250 metri dislivello in salita consumando ogni volta una tacca di batteria in modalità Power, su una salita molto tecnica. Quindi per le cinque tacche di batteria disponibili sono circa 1.500 metri di dislivello positivo con l’assistenza più potente, assolutamente un ottimo risultato vista la spinta del motore. Giocando con le modalità più basse e scegliendo percorsi più semplici si possono raggiungere i 2.500 metri di dislivello con una carica, per un biker di 70 kg mediamente allenato. E se proprio non dovessero bastare, c’è l’opzione della batteria da 1.050 Wh che ha le stesse dimensioni della 880 Wh. La comoda sella con la utile maniglia posteriore per facilitare gli spostamenti della bici. Il range della trasmissione si è rivelato sufficiente pur presentando un 42-46 come rapporto più agile: il motore sopperisce alla mancanza di una cadenza di pedalata alta. Solo su strappi davvero al limite potrebbe giovare avere un dente o due in più sul pignone posteriore. Infine, ha richiesto un minimo di abitudine anche il comando delle assistenze a destra anziché a sinistra come tutte le altre ebike, ma questo è solo sulla bici in test: si può richiedere al momento dell’acquisto la personalizzazione di qualsiasi componente. Da questa angolazione si può ammirare il lavoro svolto sul telaio della M1 Spitzing Evolution. La M1 Spitzing Evolution in discesa In discesa mi sono trovato a mio agio su sentieri non troppo sconnessi percorsi a velocità medie. Con la sua mole, la M1 riesce ad essere stabile anche su pietraie e sezioni di radici, ma più si mollano i freni e più serve decisione e convinzione per guidarla in modo controllato. Dati i 27,4 kg di peso ben nascosti in salita grazie al motore, diventa una eMTB molto fisica se si vuole andare forte in discesa. Il lavoro delle sospensioni in questo contesto è a favore della forcella FOX 36 Float Performance Elite: non che il FOX DPX2 posteriore non sia all’altezza, anzi, ma sul retrotreno ho trovato più difficile trovare un setting che rendesse la bici stabile sulle staccate e al contempo abbastanza reattiva nel misto e nelle curve. Si scrive M1 Sport Technik Das Spitzing Evolution, si legge “divertimento assicurato”. Foto: Alberto Bornati. Come molte altre ebike, la M1 Spitzing Evolution soffre un po’ sui single track tortuosi e guidati. Va condotta con decisione in curva, soprattutto su quelle senza appoggio, e qui gioverebbe parecchio un copertura anteriore più tassellata e dal grip maggiore. Sui salti non è una ebike che si tira indietro, il peso in aria è ben bilanciato e i 160 mm di escursione sono fatti per essere sfruttati, ma anche qui richiede un buon controllo sugli atterraggi un po’ piatti o su piccoli drop in sequenza. Il feeling dei freni Magura con la lunga leva non incontra i miei gusti, anche se la potenza delle pinze a doppi pistoncini è sufficiente in tutte le occasioni. Al posteriore vedrei più adeguato, visto il peso totale del mezzo, un disco da 200 mm. Un esausto ma soddisfatto Claudio Riotti al termine del test. Foto: Alberto Bornati. Conclusioni La M1 Sport Technik Das Spitzing Evolution è una mountain bike a pedalata assistita incredibilmente potente e dal design unico, dotata di un fascino teutonico molto particolare, come è tradizione per l’azienda. Indubbiamente non è una ebike “normale” nel senso che, come altre ebike recenti, si pone in un nuovo segmento di mercato, quello delle eMTB improntate alla prestazione in salita, dove la lunga autonomia e la potenza sono preponderanti rispetto alla maneggevolezza e le prestazioni in discesa. Il prezzo di 7999 euro per un prodotto di questo livello sembra alto ma se lo confrontiamo con le proposte di mercato vediamo che il rapporto qualità prezzo è molto buono, considerando tutte le particolarità della Spitzing Evolution: dal telaio in carbonio, al motore, la batteria super capiente, le tecnologie di sicurezza e i dettagli di qualità. La consiglio ai biker ex motociclisti (o tuttora entusiasti delle due ruote a motore) e a tutti coloro che cercano la massima espressione della potenza in una eMTB. Cosa ci è piaciuto: Il design unico e il telaio in carbonio La potenza del motore TQ La grande autonomia Cosa non ci ha convinto: Il cut off sui freni e sul cambio ne limitano le potenzialità nella guida spinta Upgrade: un set di pneumatici più aggressivi Il test della eMTB M1 Sport Technik Das Spitzing Evolution Costruzione9 MOntaggio8 Salita9.5 discesa7 autonomia10 qualità prezzo8Infowww.elektramobility.comPrezzo 7.999 euro 8.6Il nostro votoVoti lettori: (9 Voti)7.4