Valerio Boni e il record sulla fat ebike da 40 kg: tre primati assurdi o una sfida di resistenza? Claudio Riotti 17 Dicembre 2024 Bike News Milano, 1 dicembre 2024 – Stabilire un record con una bici elettrica può sembrare un ossimoro: che senso ha misurare la performance su un mezzo in cui l’assistenza elettrica gioca un ruolo fondamentale? Eppure, Valerio Boni, giornalista sessantacinquenne e instancabile collezionista di Guinness World Records, è riuscito a stupire ancora, stabilendo tre nuovi primati mondiali di distanza percorsa su una ebike nelle durate di un’ora, 12 ore e 24 ore. Un’impresa tanto discutibile per alcuni quanto affascinante per altri, che merita comunque di essere raccontata. L’evento, svoltosi tra il 30 novembre e il 1° dicembre 2024 lungo un tratto della Tangenziale Est di Milano, ha visto Boni spingere una fat bike da oltre 40 kg in condizioni proibitive. I numeri non lasciano indifferenti: Record dell’ora: 36,360 km percorsi, quasi il doppio del precedente limite di 20 km. Record delle 12 ore: 323,200 km, con un miglioramento di oltre 37 km rispetto al primato precedente. Record delle 24 ore: 565,600 km, superando di ben 110 km il vecchio risultato di 455 km. Tre record che, a conti fatti, alzano di molto l’asticella, ma che sollevano inevitabilmente domande sul reale significato di queste imprese: il merito è della determinazione dell’atleta o della tecnologia che lo assiste? Boni ha scelto deliberatamente un mezzo tutt’altro che performante: una fat ebike pesante oltre 40 kg, con pneumatici larghi e una configurazione lontana dalle bici leggere e aerodinamiche più comuni nel mondo delle sfide su due ruote. Un gesto che, nelle sue parole, è stato volto a rendere l’impresa «più autentica» e accessibile. Una decisione che da un lato rende onore alla volontà di dimostrare che la forza di volontà può spingersi oltre ogni limite, ma che, dall’altro, lascia aperti dubbi sull’effettivo valore tecnico e sportivo di un record stabilito con l’assistenza elettrica. Sarebbe anche bello capire come avrà gestito la carica della batteria e le assistenze, o quante batterie ha utilizzato per le 24 ore, come si sarà alimentato, quanto avrà dormito, ma il comunicato stampa purtroppo non fornisce questi dettagli. Le difficoltà comunque non sono mancate: le temperature sotto lo zero, la nebbia e il ghiaccio notturno hanno messo alla prova la resistenza di Boni e del suo team, impegnato nel monitorare ogni dettaglio per soddisfare i rigidi protocolli del Guinness World Records. «Le ore successive al superamento del record delle 12 ore sono state le più difficili – ha raccontato Boni –. Freddo, nebbia e fatica si sono accumulati, ma la determinazione e il supporto del mio team mi hanno permesso di arrivare fino alla fine.» Una menzione speciale va al simbolismo scelto per l’evento: la data 01-12-24, che richiama le tre durate dei record (1 ora, 12 ore, 24 ore), si verifica solo una volta ogni cento anni e ha aggiunto un elemento narrativo a un’impresa tanto singolare quanto controversa. Ad oggi, i nuovi Guinness World Records sono in attesa di verifica ufficiale, ma, se confermati, porteranno a nove il numero totale di primati conquistati da Boni, tra cui spiccano tentativi precedenti altrettanto audaci, come la distanza percorsa in 24 ore su minimoto o scooter elettrici. Alla fine, ciò che rimane è il racconto di un’impresa che fa discutere: è davvero un traguardo sportivo, o il simbolo di un’era in cui la tecnologia rischia di prendersi tutto il merito? La risposta spetta a chi ama le biciclette – muscolari o assistite – e a chi, come noi, continua a interrogarsi sul senso autentico della parola record. Vi ricordiamo di seguirci, oltre che qui sulle pagina di bicilive.it, anche sul nostro canale YouTube e sulla pagina Instagram. Per tutte le novità sui test delle più recenti ebike vai su questo link.