Test Terzarossa GP 380, e-mtb con motore nel mozzo e acceleratore Claudio Riotti 23 Giugno 2016 Test Incuriositi da un primo assaggio durante la fiera di Cosmobike a Verona e il Bike Shop Test di Bologna nei mesi precedenti, abbiamo finalmente testato una delle ebike che ha suscitato più interesse tra i nostri lettori, la TERZAROSSA GP 380. Una bici da downhill elettrica? Non proprio, almeno i suoi ideatori non la ritengono tale. La definiscono una Electric Bike Cross: la GP 380 è una bici nuova che consente di fare cose nuove. È vero, la ciclistica è quella di una bici da downhill e consente di praticare la disciplina gravity ad alto livello. Altro dato di fatto, il motore da 4000 Watt di picco funziona perfettamente anche come impianto di risalita privato, laddove non si riuscirebbe mai ad arrampicare pedalando una bici da dh. Ma i suoi ideatori preferiscono svincolarsi dall’esclusiva etichetta di downhill, perché, ci dicono, la TERZAROSSA GP 380 sa fare anche altro. E quindi, cosa potrà permettere una e-mtb che oltrepassa i 50 km/h in soli 40 metri, ha l’acceleratore al manubrio come quello di una moto e il pacco batterie che invece di essere a bordo della bici è dentro lo zaino di chi la guida? È proprio quello che abbiamo voluto appurare con un test più approfondito, una giornata all’Electric Bike Park di Bologna in compagnia dell’ideatore della bici TERZAROSSA, Marco Comellini. Ecco il nostro video: Caratteristiche tecniche della TERZAROSSA GP 380 La TERZAROSSA GS 380 è una mtb elettrica Made in Italy ed è una creazione del brand omonimo bolognese; è nata nel 2015 dopo oltre due anni di lavoro, ricerche e test. Oltre alla GP 380 c’è la TERZAROSSA eEnduro, che in 5 minuti si trasforma da bici elettrica in muscolare. In gamma troviamo anche la recente eEnduro, con motore street legal personalizzabile fino a 1400W di potenza massima e la possibilità di “cambiare pelle” trasformandosi in mtb muscolare in soli 5 minuti. Ve ne parleremo più avanti. Telaio e sospensioni GP 380 Il telaio in alluminio idroformato presenta quote da downhill e un angolo di sterzo da 63°. È realizzato interamente in Emilia, è da oggi è disponibile anche su misura, caratteristica non da poco e che giustifica in parte il prezzo finale. Le geometrie e la linea sono quelle della Pedroni Lion ma con tubi e biellismi sovradimensionati per resistere alle sollecitazioni del motore e del peso maggiore. La GP 380 dichiara 216 mm di escursione al posteriore, le sospensioni sui modelli 2016 sono RockShox: una Boxxer RC da 200 mm e un ammortizzatore Vivid Coil. Il motore brushless della GP 380 ha dimensioni notevoli. Motore, batteria, acceleratore e centralina Il propulsore è un potente motore brushless nel mozzo posteriore gestito con un acceleratore sul manubrio. È fabbricato a Taiwan su specifiche TERZAROSSA e modificato poi dagli ingegneri del brand bolognese per poter mantenere un uso in continuo di 3000 W con dei picchi di 4000 Watt. Oltretutto è completamente stagno. Ecco la particolarità delle bici TERZAROSSA: la batteria è nello zaino. A destra Il “cuore” della GP 380, la centralina; è modificabile anche dall’utente. La batteria da 650 Wh si ricarica in circa 50 minuti e viene alloggiata in uno zaino da cui esce il cavo di alimentazione. Quest’ultimo si collega alla centralina situata davanti alle piastre della forcella con un connettore a sgancio rapido. Tre sono le mappature selezionabili durante la guida tramite un pulsante sul manubrio: spento, metà potenza, e potenza massima. Non ci sono sensori di cadenza o altro: l’acceleratore comanda direttamente il motore tramite la centralina, realizzata da TERZAROSSA, che è personalizzabile via USB attraverso un software scaricabile. A sinistra il pulsante che seleziona le tre mappature, modificabili anche “in corsa”: spento, 50% di potenza, massima potenza. A destra, l’acceleratore e il manettino del cambio. Potenza e coppia possono quindi essere variate a seconda dell’utilizzo: in pista, dove abbiamo bisogno del massimo spunto in uscita di curva e non si bada ai consumi si andrà a sfruttare appieno il motore; meno potenza invece e più risparmio di batteria per un utilizzo più “enduro” nei boschi con salite ripide e discese. In quest’ambito freeride, TERZAROSSA dichiara che l’autonomia consente di girare per oltre 50 km. Va da sé che utilizzando la mappatura a metà potenza si possono allungare considerevolmente tempi e autonomia, dipende anche poi dal peso del rider e dal modo di guidare, oltre che, naturalmente, da quanto si pedali senza usare il motore. A sinistra la ruota 26″ dotata di mousse, a destra la ruota 26″ normale per trasformare la GP 380 in mtb muscolare. Ruote Le ruote sono da 26″ con perno passante anteriore da 20 mm e da 150×12 mm al posteriore. È disponibile anche il formato 27,5″ con diverse configurazioni, ad esempio 27,5″ anteriore e 26″ o entrambe le ruote da 650b. Per il 2016 è possibile scegliere un nuovo cerchio posteriore più spesso e robusto con bugnatura e raggiatura modificata, pensato per resistere alla potenza scaricata direttamente sulla ruota e per sostenere gli impatti e il peso della GP 380. A sinistra il dettaglio del cerchio posteriore, dove si evidenzia la lavorazione detta “bugnatura”. La bugnatura è una lavorazione praticata sul cerchio che permette una maggiore inclinazione ai nippli dei raggi. Le dimensioni del mozzo/motore infatti obbligano i raggi ad essere molto inclinati. Con questo sistema si crea un insieme mozzo-ruota rigido e affidabile simile a quello delle moto da cross. Componentistica GP 380 La trasmissione è la nuova Sram Gx DH 1×10 velocità, i freni sono dei potenti Formula R0, il manubrio è un Truvativ Boobar e le gomme sono Vee Tire, Flow all’anteriore e Fluid al posteriore. I freni a disco sono da 200 mm e anch’essi italiani: Formula R0. Taglie e prezzo Quattro taglie disponibili dalla S alla XL. Peso inferiore ai 25 kg. Prezzo: 8.490 euro compreso il kit per trasformarla in mtb muscolare, operazione effettuabile in meno di 5 minuti. In più è possibile richiedere il telaio realizzato su misura. Il test della TERZAROSSA GP380 Come abbiamo già evidenziato nel primo articolo riguardante la GP 380, la TERZAROSSA GP380 non è una mtb elettrica “street legal” convenzionale ed è stata concepita, a mio avviso, per unire il mondo del motocross a quello del dowhill. Il test si è svolto presso l’Electric Bike Park Bologna, una struttura permanente e aperta a tutti, situata nel cuore di Bologna in via del Carpentiere 14. Il park presenta anche una piccola pump track, una pista per bambini ed è patrocinato da TERZAROSSA. È stato ideato per tutti coloro che vogliano allenarsi con la propria ebike o mtb su un percorso in piano, interamente fettucciato e con salti in terra, gobbe e strutture in legno. Con Marco Comellini abbiamo fatto una sorta di “sfida alla derapata” estremamente divertente. L’habitat ideale per mettere alla prova la GP 380, viste le numerose curve senza appoggio da affrontare in stile motocross con il piede interno fuori dal pedale e i rettilinei dove invece la pedalata entra in gioco e permette al motore di raggiungere la coppia massima in tempi più brevi. Ciò può fare la differenza sul tempo, se stiamo cronometrando, o sulla posizione finale di arrivo nel caso di una gara in stile 4X o BMX. Il progetto TERZAROSSA nasce infatti con con in mente l’agonismo: EBX, acronimo di Electric Bike Cross, è il nome dell’associazione che promuoverà un circuito di gare approvato dalla Federciclismo, ma ve ne parleremo in un altro articolo. In sella: freni da moto e “il gas” La posizione in sella è quella classica di una bici da downhill con il manubrio ampio e il corpo posizionato molto centralmente. La prima cosa che si nota è ovviamente l’acceleratore ma anche i freni in stile moto/scooter, ovvero con l’anteriore a destra. Questo è fondamentale per poter gestire il freno posteriore con l’indice sinistro e contemporaneamente dosare il gas con la mano destra. Seppur abituato a usare i freni da bici, so di poter riprendere facilmente l’abitudine: devo ringraziare i dieci e passa anni passati in sella a moto e scooter. Dopo il fondamentale setting delle leve dei freni, regolo la pressione delle gomme e gli ammortizzatori indicativamente come per un giro su una mtb da dh; indosso lo zaino con la batteria e allaccio il casco. A sinistra il cavo di alimentazione, che esce dallo zaino e passa nell’elastico intorno al braccio. Il cavo va poi collegato alla centralina: in caso di caduta si stacca facilmente. Per far funzionare la GP 380 è necessario collegare alla centralina, posta vicino allo stelo destro della forcella, lo spinotto del cavo di alimentazione che esce dallo zaino. Un elastico assicura questo cavo al braccio: è importante trovare la lunghezza giusta per non essere infastiditi durati la guida dal cavo che si muove. Prendiamo confidenza Pochi giri e inizio con qualche cambio al setup: regolo pressione delle gomme più morbida per trovare il feeling con l’anteriore (non ci sono rocce e il grip, tra brecciolino e terra molto compatta, viene spesso a mancare). Velocizzo il ritorno dell’ammortizzatore e ne aumento di qualche giro la ghiera di precarico: il motore nel mozzo della ruota posteriore si fa sentire, così facendo rendo più attiva la bici e inizio a divertirmi. Sui numerosi salti è fondamentale staccare e atterrare in maniera corretta, spesso dopo il salto c’è una curva e non è permesso né scomporsi né arrivare corti. Il peso del motore è comunque ben equilibrato da quello della centralina posizionata proprio dietro alla tabella porta numero sugli steli della forcella doppiapiastra. La TERZAROSSA GP 380 sfiora i 25 kg ma li nasconde bene, la maneggevolezza, unita alla spinta del motore, è quasi ai livelli di una bici da dh normale. Lo zaino con la batteria di 3 kg passa in secondo piano, per chi come me è abituato a usarlo sempre sulla mtb con attrezzi e sacca idrica, e l’unica cosa a cui bisogna realmente abituarsi è il cavo di alimentazione che passa attraverso l’elastico fissato sul mio braccio destro. Mtb e motocross, uniamo i due mondi Inizio a farmi un’idea più precisa di come unire pedalata e motore quando in pista entra anche Marco e le velocità aumentano. Gli automatismi creati dalle mie esperienze sulle varie due ruote a motore riemergono e mi sento come su una moto da cross, ma attenzione, ho il cambio e i pedali, sono comunque su una bici. Va bene il piede fuori in curva ma se voglio stare dietro a Marco e creare un po’ di amichevole bagarre devo pedalare e scegliere il rapporto giusto in ogni punto del tracciato. Nel rettilineo posso anche buttare giù un paio di marce per poi scalare prima della curva e rilanciare subito dopo, gestendo cambio, acceleratore, aderenza delle ruote e impostazioni delle traiettorie. Nel mio cervello c’è un accavallamento di sensazioni e di abitudini che inizialmente si scontrano ma poi, dopo circa un’ora in sella, si stringono virtualmente la mano e la TERZAROSSA diventa divertentissima e molto, molto allenante per chi pratichi dh o enduro. Consumo batteria Sulla GP 380 ho avvertito maggiormente, rispetto ad altre ebike “classiche”, il calo di prestazioni dovuto al consumo della batteria. Questo è un fatto da tenere presente in ambito “race” e che rende ancora più “umana” una bici davvero particolare. L’indicatore di carica (offerto come optional) non era presente sul modello testato: è invece fondamentale per gestire al meglio la GP 380, sia per la pedalata, per le diverse assistenze del motore e per monitorare il consumo in funzione dei chilometri percorsi e da percorrere. Alla massima potenza è garantita un’ora di utilizzo per 20 km di autonomia su un tracciato con salite e discese molto ripide, qui in pista il consumo è stato inferiore. La ricarica in circa 50 minuti comunque è davvero rapida. Una TERZAROSSA per allenarsi Sono sudato e ho il fiatone, eppure sono in sella a una ebike super potente… com’è possibile? Bisogna sfatare il mito che con le ebike (a pedalata assistita o con motore indipendente come questa) non si faccia fatica. Niente di più falso, solo parole fuorvianti di chi non le ha mai provate seriamente e con una mentalità aperta: dopo una mezza giornata in pista all’Electric Bike Park mi reputo soddisfatto e la sensazione è identica a quella di un’uscita in mtb, seppur con un coinvolgimento di catene muscolari diverse e un lavoro basato sull’esplosività e la resistenza. TERZAROSSA GP 380: moto o bici? Un unione di entrambe con un risultato perfetto: tanto divertimento. Conclusioni Il mercato delle mountain bike elettriche è in continua evoluzione. Sempre più produttori sfornano idee e innovazioni di grande qualità, anche fuori dall’ordinario, che attirano il pubblico e creano una sorta di “mormorio” nel web. L’idea di dotare una mtb da downhill con un motore molto potente ha permesso di creare a tutti gli effetti una nuova disciplina. La facilità con cui è possibile inoltre allestire dei tracciati, molto simili se vogliamo a quelli dell’enduro a motore con fettucciati e ostacoli artificiali, in cui organizzare dimostrazioni, test e gare, è un altro punto a suo favore. C’è inoltre la possibilità di allenarsi sui sentieri, in terreni privati, utilizzandola con un uso enduro, quindi salendo senza seggiovie o furgoni e scendendo “a manetta”. Inoltre, in pochi minuti la GP 380 si può trasformare in una normale bici da discesa, sostituendo ruota posteriore e smontando la centralina: fattore da tenere in alta considerazione che permette di avere quindi una potente ebike da un lato e una performante e moderna mountain bike da downhill dall’altro. In questo caso posso affermare con convinzione la TERZAROSSA GP 380 sia ben lontana da un’ebike tradizionale ma anche che Marco Comellini abbia avuto un’idea nuova e dal grande appeal, che può attirare appassionati dal mondo dei motori e downhillers magari più in su con l’età, desiderosi di provare ancora forti sensazioni. La TERZAROSSA GP 380 è realmente un prodotto innovativo, divertente e moderno, seppur senza la tecnologia presente sulle pedelec di ultima generazione. Provatela e mi direte. Test Terzarossa GP 380, e-mtb con motore nel mozzo e acceleratore estetica/finiture/montaggio8.5 potenza motore10 fluidità motore9 consumo batteria7 maneggevolezza8.5 qualità/prezzo7Infowww.terzarossa.itprezzo8.490 euro con kit di trasformazione in muscolare8.3Il nostro votoVoti lettori: (50 Voti)5.2