Era da tempo che desideravo testare il motore Shimano STEPS e molti lettori ci avevano anche sollecitato per effettuarne la prova, soprattutto perché nessuna testata specializzata né cartacea né su web – quantomeno in Italia – ha ancora effettuato in maniera approfondita l’esame su strada di questo sistema elettrico del colosso del Sol Levante.

Finalmente è arrivata l’occasione con l’azienda Brinke, che ci ha messo a disposizione per più di un mese questa elegantissima Rushmore, una top ebike che qui di seguito vi vado a descrivere.

La bicicletta a pedalata assistita Brinke Rushmore 16 alimentata dal sistema Shimano Steps

Per introdurvi a questa interessante bici a pedalata assistita ho sottoposto qualche domanda ad Andrea Auf dem Brinke, Vice Chairman e CEO di Brinke.

Ecco l’intervista.

Alessandro Tedesco – Bicilive.it: In Europa le ebike stanno spopolando, come vedi il mercato delle ebike in Italia?

Andrea Auf dem Brinke: Il mercato italiano, benché in crescita, è a mio avviso ancora fortemente frenato da due fattori: la mancanza di piste ciclabili cittadine e tra paesi che permettano l’utilizzo della bici per andare al lavoro o per altri spostamenti (la gente spesso non usa la bici perché ha paura delle strade che deve affrontare essendo troppo trafficate) e la mancanza di un’assicurazione sul furto in quanto per il valore del mezzo si ha paura che una volta acquistato venga rubato velocemente.

AT: Ho visto che la vostra offerta, sotto l’aspetto qualità/prezzo, è molto interessante. Come riuscite a tenere bassi i prezzi delle ebike?

AA: Abbiamo stretto importanti collaborazioni con i fornitori dei componenti al fine di mantenere i prezzi bassi. Inoltre essendo la nostra società operativa anche su altri mercati possiamo permetterci di avere un margine di ricarico più basso della concorrenza.

AT: Come mai la scelta del motore Shimano?

AA: A mio avviso Shimano ha sviluppato un ottimo motore in quanto la pedalata risulta estremamente naturale. È potente e silenzioso e garantisce ottime prestazioni in ogni percorso. Inoltre, cosa non da poco, ci ha permesso di sviluppare un prodotto con il cambio automatico, in quanto tutti componenti Shimano dialogano tra loro permettendoti anche di avere un unico software di diagnostica per il supporto post vendita.

AT: Come valutate il cambio automatico Alfine Di2, è una sicura alternativa al tradizionale?

AA: Il vantaggio del cambio automatico Shimano è che al tempo stesso rappresenta un prodotto altamente innovativo che però gode di anni di miglioramenti sul mercato, essendo di fatto composto da due parti, l’ormai ultra testato cambio Alfine e un motorino elettrico che simula il tiraggio del cavo della versione manuale. Il risultato è un prodotto affidabile con una forte innovazione tecnica.

AT: E per un’eventuale assistenza sul cambio Alfine?

AA: I cambi al mozzo hanno raramente bisogno di assistenza in quanto sono soggetti a minor usura rispetto a un cambio esterno. A ogni modo, in caso di necessità, Shimano è presente in Italia con la propria sede e pertanto offre una garanzia diretta molto veloce.

Un lavoratore ed una studentessa mentre pedalano con una ebike Brinke Rushmore 16 con Shimano Steps

La Rushmore è una bici adatta agli spostamenti in città, per chi va al lavoro e per chi studia.

AT: La scelta del motore Shimano ha imposto qualche particolare geometria o soluzione per le bici?

AA: Il motore è molto adattabile alle geometrie del telaio, può essere installato con diverse inclinazioni (da 0 a 45 gradi). Inoltre utilizzando corone di tipo standard (38 o 44 denti) non richiede particolari modifiche, se non per l’installazione della “conchiglia” di alloggiamento del motore.

AT: Spiegaci a tuo avviso le differenze tra motore Bosch e motore Shimano.

AA: Prescindendo il fatto che reputo entrambi di ottima qualità, la differenza principale è la gestione software del motore. Bosch è molto impulsivo (cosa che non sempre piace) mentre Shimano è molto più confortevole e restituisce una pedalata più naturale. Un vantaggio che trovo sullo Shimano è che utilizzando corone da 38 o da 44 denti, la bici risulti pedalabile benissimo anche a motore spento.

AT: Cos’ha Brinke in cantiere per il 2017?

AA: Abbiamo in cantiere quattro nuovi modelli e l’aggiornamento di alcuni attuali, ma è ancora presto per parlarne.

Com’è fatta la ebike Brinke Rushmore

Le bici dotate di motore STEPS in casa Brinke sono 4: due modelli city, la Elisée, molto adatta alle donne, e la Metropolitan, da uomo; un modello mtb, la Raptor; un modello da trekking, la Rushmore.

La bicicletta a pedalata assistita Brinke Rushmore è disponibile in differenti versioni

La bici elettrica in prova, che prende il nome dal complesso scultoreo che si trova nel Dakota del Sud e in cui sono stati scolpiti i volti dei quattro famosi presidenti americani, è offerta in due versioni: in colorazione Black e telaio da uomo – tubo orizzontale dritto e misura 50 – e White – da donna, con tubo orizzontale piegato e misura 46. Quella di cui noi disponiamo è la versione uomo.

Entrambe le versioni della Rushmore sono dotate di cambio elettronico automatico/sequenziale Shimano Alfine Di2 al mozzo, chiamato anche Shimano Symphomatic; i rapporti sono 8 (disponibile anche con 11).

Il motore Shimano da 250 W è abbastanza piccolo e pesa appena poco più di tre chilogrammi (3,2 kg), è dotato di sensore di potenza e di cadenza della pedalata, per una velocità massima di 25 km/h.

La corona montata è da 44 denti, ma può essere adottata anche una corona da 38. La batteria è una 36 V, 11,6 Ah, (420 Wh circa). Ovviamente non è dotata di leve per i comandi cambio ma di “pulsantiera Shimano Di2”.

Il display è lo Shimano SC-E6000 con funzioni ciclocomputer, indicazione di marcia (solo per il Di2), DST, ODO e TRIP, livello di carica batteria, pulsante soft start, orologio. Il telaio è in alluminio 6061, taglia 50 cm per la versione uomo e 46 cm per la versione donna.

Steps è il sistema integrato Shimano per le biciclette elettriche

La batteria da 430 Wh, tanta energia per pedalate tranquille mentre la corona è da 44 ma STEPS può montarne anche da 38.

La componentistica vede una forcella ammortizzata Suntour NEX bloccabile e regolabile, freno posteriore e anteriore a disco idraulico Shimano 355; i cerchi sono dei Double Wall da 28” dotati di copertoni 700×42 con banda laterale riflettente. La sella Vader comfort e le luci a LED sia anteriore sia posteriore, ambedue collegate al sistema elettrico.

La Rushmore e il motore STEPS

Ovviamente l’aspetto rilevante di una bici elettrica è il suo sistema di assistenza e come questo venga integrato nella bicicletta. Non possiamo quindi fare a meno di concentrare il test su STEPS, ma è pure vero che la capacità del costruttore per realizzare un buon prodotto stia nel sapere comporre con armonia tutto “l’insieme bici elettrica”.

Così, il primo impatto con la ebike Brinke Rushmore, appena tirata fuori dallo scatolone, è di estrema eleganza: un telaio lineare, in tinta nera opaca senza forzature né orpelli e che ospita lo STEPS in maniera del tutto sobria.

Il sistema Shimano STEPS

Shimano Total Electric Power Integrated è il significato dell’acronimo STEPS. Quando nel 2013 l’azienda giapponese annunciò l’ingresso nel mercato ebike con il suo nuovo prodotto, dopo aver clamorosamente “steccato” nel 2010 con una versione poco fortunata, tutti noi del settore ne eravamo entusiasti: finalmente Bosch incontra un temibile avversario!

Da quell’anno non è più però successo nulla e Shimano non ha sviluppato ulteriormente il suo sistema elettrico…. tutto ciò in maniera apparente.

In effetti STEPS è un complesso di “componenti” il cui scopo è creare il “Sistema Elettrico Totale“, così come il nome recita. L’indirizzo che il colosso del settore ciclo si è dato è proprio di assumere un approccio innovativo nei confronti della bici elettrica, utilizzando tutta la tecnologia di cui oggi dispone e integrandola nel nostro mezzo a due ruote.

Così STEPS non è solo motore e batteria ma il sistema che coinvolge ogni componente della bicicletta.

Quello che oggi Shimano fornisce ai costruttori di ebike, per quanto strettamente concerne il modulo motore, è un unico sistema con piccole varianti: un motore in versione “normale” per City bike e uno più “aggressivo” per mountain bike. Due diverse tipologie di batterie, una da portapacchi posteriore e l’altra da tubo obliquo.

Ovviamente Shimano ha le capacità per consegnare al mercato e agli utenti un prodotto non solo innovativo ma credo anche rivoluzionario. Da voci ricorrenti, che già si sentivano nel 2014, si parla di STEPS diversi per le differenti discipline: strada, corsa, mtb.

È infatti recentissima la notizia dell’arrivo, entro ottobre, del nuovo Shimano Steps Mtb E8000, con nuovo motore più piccolo e più potente (coppia di 70Nm) e sistema di cambiata che può essere scelto tra l’elettronico Di2 o quello meccanico a 10 o 11 velocità.

Come funziona STEPS

Ma andiamo a testare il nostro motore, che Shimano chiama “centralina”. Come vi ho anticipato, anch’io ero estremamente curioso e interessato a verificare questo sistema che avevo potuto saggiare solo per qualche chilometro in fiera a Eurobike nel 2014.

Quello che abbiamo a disposizione nella bici elettrica da trekking Brinke Rushmore è ovviamente la versione City con batteria posizionata sul tubo obliquo. Lo STEPS lavora con 4 modalità di assistenza: la neutrale OFF, la ECO (circa 100%), NORMAL (200%) e HIGH (400%) e la modalità WALK per portare la bici al passo a 6 km/h.

L’impatto con la Rushmore dotata di cambio interno al mozzo Shimano Alfine Di2 è del tutto nuovo. Sebbene abbia testato decine di ebike, trovarmi con dei pulsanti al manubrio e nessuna levetta è certamente strano.

I freni e il cambio Shimano STEPS montati sulla bicicletta a pedalata assistita Brinke Rushmore 16

I freni idraulici con disco da 160 sono perfetti e il cambio al mozzo Alfine Di2 è il toccasana per le bici da trekking e city bike.

Al centro del ponte comandi si trova come di consueto il solito display – il Ciclocomputer SC-E6000 -, molto contenuto e generoso nelle informazioni, da quelle standard (modalità di assistenza, tempo di percorrenza, consumo di energia, distanza totale, ora…) a quelle specifiche di questo sistema: marcia inserita e modalità di cambiata (manuale e automatica).

Alle estremità troviamo i comandi, ognuno con 3 pulsanti. A sinistra due pulsanti ci permettono di salire o scendere di rapporto, mentre il terzo comando consente di cambiare la modalità da Manuale ad Automatica; a destra il comando che ci consente di passare da una modalità di assistenza all’altra e il pulsante per gestire le informazioni del ciclocomputer.

La prova della Rushmore con STEPS

La Rushmore a nostra disposizione è un modello prototipo e dispone dello STEPS in versione 2015 e alcuni componenti e accorgimenti nel telaio aggiornati invece nella versione definitiva.

La prima operazione che ho effettuato è stato il controllo e la messa in carica della batteria: l’estrazione dalla sede sul telaio è molto facile e avviene, diversamente dagli altri modelli concorrenti, con un movimento semplicissimo laterale, più intuitivo e agevole.

Purtroppo questo modello 2015 non ha la possibilità della carica On Board, e quindi per la ricarica la batteria deve essere estratta; problema risolto nella versione nuova. Il caricatore è molto piccolo e lo spinotto facile da inserire sul fondo della batteria.

Il Ciclocomputer in dotazione è la versione più contenuta del modello 2016 e non presenta il tasto di accensione. Il Sistema si accende direttamente dal tasto che si trova posizionato sul lato sinistro della batteria dove sono pure presenti 5 led che ne indicano la carica.

A questo punto non resta che mettermi in sella alla Rushmore

Per la posizione in sella sono bastate due regolazioni e cioè l’altezza della sella e del manubrio; quest’ultimo è assicurato da un attacco regolabile in altezza con un angolo di 90°, perfetto per assicurare una guida distesa soprattutto a chi soffra (ahimè) di problemi alla cervicale.

Il ponte comandi è piacevolmente pulito: l’assenza di leve a favore degli essenziali pulsanti rende l’impatto decisamente più sobrio rispetto alle ebike concorrenti. I primi chilometri sono di assestamento, giusto il tempo di capire come funziona lo STEPS con il cambio automatico: un po’ di confusione con cambio automatico e manuale, con la cambiata elettronica, ma diciamo che dopo un rodaggio di 100 km sono pronto ad andare “a occhi chiusi”.

Il manubrio con il ponte comandi e la pulsantiera Shimano Steps della ebike Brinke Rushmore 16

Il ponte comandi non affollato, una caratteristica rara nelle ebike, su cui trovano spazio solo il display e la pulsantiera Shimano STEPS.

Ho effettuato il primo test sul tragitto mare/città: 20 km di cui 5 in salita con pendenza dal 5 al 13%. Il motore assiste in maniera continua e adeguata nei tratti in pianura in cui è sufficiente la modalità ECO per procedere senza alcun particolare sforzo; anche in leggera pendenza basta scalare rapporto e si mantiene una pedalata agile.

Il cambio è stupefacente: è una sensazione impareggiabile cambiare marcia senza alcuno sforzo e con totale assenza di rumori di catena e pulegge del deragliatore.

Nel momento in cui ci si ferma e si riparte, in maniera automatica il software seleziona il rapporto preventivamente impostato da noi (attraverso le impostazioni del ciclocomputer); il mio rapporto di partenza è settato sul rapporto 2 (1 il più agile, 8 il più duro).

Il cambio automatico dell’Alfine Di2 funziona con un sensore di cambiata che “sente” la cadenza della pedalata e la velocità e indica automaticamente al mozzo quale rapporto selezionare. Il cambio di rapporto avviene in maniera molto fluida, non c’è il consueto strappo da un rapporto all’altro come nel deragliatore tradizionale, perché nel momento del “salto” viene ridotta la tensione alla catena in modo che il mozzo non abbia strappi.

Inizialmente questo “calo di tensione” viene percepito come un vuoto di potenza del motore, ma poi ci si abitua e lo si apprezza. Il problema inizia nel momento della salita: il motore non è estremamente performante, la coppia erogata sembra molto bassa, i 50 Nm di potenza massima non lo rendono particolarmente esuberante.

Quando la pendenza inizia a superare l’8/10% la modalità di assistenza, sempre che si voglia mantenere una velocità di crociera media di 15/18 km/h e non sudare troppo, diventa la massima cioè HIGH.

Anche la cambiata automatica inizia a soffrire non riuscendo a interagire più in maniera agile con l’utente e conviene passare in modalità Manuale. Questo aspetto del cambio automatico può però essere personalizzato agendo sulle impostazioni – lo vedremo più avanti.

Il display della bicicletta a pedalata assistita Brinke Rushmore 16

Il display mostra la marcia inserita (8 in questo modello) oppure la GAMMA (l’autonomia residua con le 3 modalità di assistenza).

Il display è ottimo, molto leggibile in tutte le condizioni. La marcia è mostrata su una linea orizzontale col numero corrispondente al rapporto inserito. Perfetta l’informazione sull’autonomia, chiamata Gamma: oltre a essere visualizzata quella residua in funzione dell’assistenza utilizzata, con un clic di pulsante viene mostrata la Gamma per tutte e tre le modalità. Funzione utilissima per una gestione oculata della batteria.

Utilizzando la Rushmore sempre più e soprattutto effettuando quei lunghi tragitti casa/lavoro/spesa/casa, e cioè percorrendo all’incirca 40 km giornalieri, ho iniziato a prendere confidenza con questa trekking ebike e tutto il Sistema STEPS.

Intanto la bici è davvero comoda, il sellino, la posizione, il ponte comandi, tutto funziona egregiamente e con un ottimo comfort: in questi spostamenti non ho minimamente accusato alcun problema di postura.

I freni li ho trovati ottimi, più che adeguati al tipo di bici. Azzeccatissima la scelta delle coperture con un disegno e un’impronta a terra che permette di affrontare anche sterrati non troppo sconnessi e le strade un po’ disastrate. Le luci anteriori e posteriori garantiscono sicurezza e una illuminazione utile a procedere con cautela; se in notturna le strade sono illuminate, le luci in dotazione sono più che sufficienti.

L'impianto luci dell'e-bike Brinke Rushmore 16

Le luci a led hanno una buona potenza ma non sono sufficienti in caso di buio assoluto.

Dopo un mese di uso intenso si inizia a capire bene il funzionamento del cambio automatico e come debba essere gestito il motore. Sui percorsi semplici e in pianura, ad esempio in città, la modalità automatica è perfetta; se questo va bene però in quei tragitti lineari, non va più bene quando le necessità sono diverse, per esempio su percorsi con pendenze variabili o nel momento in cui vogliamo variare le nostre prestazioni.

In questo caso, la gestione della cambiata manuale è indispensabile. C’è però da dire che attraverso il Menù Impostazione può essere effettuata la regolazione della cambiata: regolando i tempi di cambiata da un range da -13 a +13 si rende la cambiata da più agevole a più dura.

Per quanto riguarda il motore, imparandone le caratteristiche si riescono a gestire tutte le situazioni in maniera agevole; certo nelle salite ripide, oltre il 15%, non possiamo fare a meno di utilizzare la modalità di assistenza HIGH per superara con agilità la pendenza. Stessa cosa nelle lunghe percorrenze, laddove si voglia mantenere la velocità di crociera sempre intorno ai 25 km/h.

I consumi sono ciò che mi hanno sorpreso maggiormente: non sono mai riuscito a scaricare completamente la batteria.

Insomma, in una sola uscita non ci sono riuscito, ho dovuto spremerla più volte per arrivare con la batteria a zero. Anche utilizzando le luci – che svolgono la loro funzione in maniera più che sufficiente – non sono mai riuscito a dare “il colpo di grazia” alla batteria. Come accennavo, le indicazioni del consumo Gamma sono utilissime e le ho trovate sempre molto verosimili.

In una giornata di pedalata, usando spesso la modalità HIGH, percorrendo in media 40/50 km, non sono mai andato al di sotto delle due tacche residue, il che significa che è rimasto il 40/21% di carica rimanente (stando alle tabelle fornite col manuale dello STEPS).

A scopo esemplificativo eccovi una tabella delle percorrenze e dei consumi dello STEPS

Percorsi Modalità utilizzata (%) Autonomia residua
km OFF ECO NORM HIGH tacche %
20 10 30 10 50 3/5 41/60
39 10 30 30 30 3/5 41/50
65,6 15 40 5 40 2/5 21/40
81,1 20 30 5 45 1/5 1/20

Conclusioni

La Brinke Rushmore è innanzitutto una bellissima bicicletta: sobria, elegante, pulita nel design e completa negli accessori. Il portapacchi, i parafanghi e le luci sono perfette; la sella poi merita il mio personale plauso.

Finalmente un ponte comandi come si deve: pulito, senza fronzoli e abbastanza spazioso. L’attacco manubrio con la possibilità di variare la posizione di 90° è un grande vantaggio, soprattutto nelle lunghe percorrenze, per mantenere una postura più rilassata.

Una nota di merito va a quegli accessori che nelle bici da trekking non vengono presi molto in considerazione come nelle mountain bike. Mi riferisco ai pedali e alle manopole: ambedue di alto livello con pedali Wellgo City Komfort e manopole con lock on (il collarino a vite).

Le manopole e la sella della bicicletta elettrica Brinke Rushmore 16 sono di alta qualità

Ottime le manopole con lock on e la sella è comodissima, soprattutto nelle lunghe percorrenze.

Ribadisco il mio apprezzamento per le coperture che, insieme alla forcella ammortizzata, permettono di affrontare qualsiasi fondo stradale, anche un leggero offroad, senza subire particolari traumi, per il mezzo e per se stessi.

Per quanto concerne il ciclocomputer ritengo che il software sia uno dei più riusciti che abbia mai visto: completissimo nelle informazioni, alcune delle quali (Gamma) uniche. Certo un po’ seccante gestire l’azzeramento di alcune funzioni come il DST (distanza parziale percorsa): è possibile farlo solo accedendo al menù impostazioni, problema risolto nel nuovo modello.

A proposito, attraverso le Impostazioni è possibile regolare oltre al rapporto di partenza (Start Mode) e i tempi di cambiata automatica (Regolazione Cambiata), anche la tensione della catena, la retroilluminazione (sempre attiva o manuale) e altri aspetti standard di gestione di una ebike.

Purtroppo non ho potuto testare il software E-Tube Project, utile a personalizzare il sistema di cambio, deragliatore e diagnostica: esiste solo per sistema operativo Windows.

Per quanto riguarda lo STEPS, lo reputo un sistema completo e riuscito, la filosofia va nel verso giusto. Sicuramente non è tra i mid drive più potenti ma molto adatto alle city e trekking bike, difatti questa sua “sobrietà” consente un’autonomia che non ho riscontrato in tutte le altre ebike dotate di sistemi diversi. Certamente è poco performante per le mountain bike, anche se la “centralina” STEPS montata su mtb elettriche ha una configurazione diversa, tant’è che la stessa Shimano non la consiglia tanto per uso mtb estremo quanto per “offroad leggero”. Ma Shimano in questi giorni ha pensato a noi presentando il nuovo motore per mtb STEPS E8000.

Il rumore è molto basso e mai fastidioso. Il cambio al mozzo Shimano Alfine Di2, lo promuovo a pieni voti: ottimo, “la pace dei sensi”, bisogna prenderci confidenza ma basta poco e non ne potrete più fare a meno.

Unico neo: il cambio elettronico non funziona a sistema spento – sebbene attivo in modalità OFF. Gli sviluppatori di Shimano avranno comunque tenuto in considerazione questo aspetto perchè in effetti non risulta essere un problema data la inesauribile scorta di energia; in ogni caso il rapporto per pedalare resta sempre innestato e  la Rushmore risulta estremamente pedalabile anche senza assistenza del motore.

Finalmente ho testato lo STEPS, ne rimango pienamente soddisfatto e attendo con ansia gli sviluppi che a breve ci presenterà Shimano. Brinke è un’ottima azienda che lavora in maniera accurata sui suoi prodotti e la scelta di Shimano come partner “elettrico” mi sembra davvero riuscita.

 

Test ebike Brinke Rushmore 16 con Shimano STEPS
Comfort9.5
Estetica/Finiture/Montaggio9
Performance7.5
Consumo Batteria10
Manegevolezza8.5
Qualità/Prezzo9.5
prezzo
  • € 2.699,00
9Il nostro voto
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A proposito dell'autore

Da sempre un grande appassionato di natura e bici e accanito difensore dell’ambiente. Lavora come organizzatore di bike tour con il suo Coast2Coast in tutta l'area del Mediterraneo, inoltre da anni collabora come freelance per alcune delle più importanti riviste di mountain bike italiane.