La bici del futuro: elettrica o qualcosa di più? Alessandro Tedesco 24 Luglio 2015 Brainstorming La vera innovazione nella bicicletta da 100 anni ad oggi, dopo l’introduzione della catena, è stata proprio la implementazione elettrica del movimento. Così scrivevo nel mio primo Brainstorming all’inizio di questa avventura in eBike.BiciLive.it, introducendo la bici elettrica a pedalata assistita. Sostenevo, e continuo a sostenere oggi, che le novità che ha apportato la pedalata assistita sono tali da coinvolgere un così ampio interesse, una così larga fascia di strati sociali ed economici che la bici elettrica diventerà presto il mezzo cardine per i nostri spostamenti urbani e extraurbani. Ma non solo. Tanti si sono opposti alla ebike, molti scettici, e soprattutto i puristi della bici “muscolare”. Per ignoranza soprattutto, un rifiuto preconcetto. Ma anche perché, effettivamente, le prime bici elettriche erano grevi archetipi di quello che sarebbe stata l’ebike oggi. L’approccio ora sta cambiando: c’è più consapevolezza. Le bici elettriche hanno trovato larghissima diffusione e consenso: in Germania, Olanda e nel resto della mittel europa stanno ormai dilagando, ma anche in Italia ormai il termine “pedalata assistita” è diventato di uso comune. Ma cosa ne sarà della ebike di domani? O meglio, cosa sarà? La prima bici elettrica che ho veramente utilizzato a fondo è stata la Lombardo eSestriere del 2012, dotata di motore Bosch Classic+: è stata per me la rivelazione! Una mtb che mi ha permesso, in condizioni estreme e con allenamento blando, di fare tutto: attraversare la Tunisia, viaggiare nel deserto e guidare il gruppo di partecipanti ai bike tour che organizziamo con Coast2Coast.it senza preoccuparmi di centellinare i miei sforzi. In questi ultimi due anni per il magazine BiciLive.it ne ho testate tantissime: da pieghevoli a city bike, fat e mtb. L’ultima, una sorprendente Scott eSpark motorizzata Bosch e dotata di computer di bordo Nyon. Testata per 20 giorni in lungo e in largo, non volevo lasciarla più andare. Sicché mi sono chiesto: ma dove stanno andando le bici a pedalata assistita? Cioè, il sistema elettrico complessivo di cui oggi sono dotate sta facendo passi da gigante, i colossi internazionali investono ingenti somme nello sviluppo e ricerca: motori sempre più leggeri e performanti, batterie sempre più potenti e meno ingombranti, componentistica dedicata. Queste cose però non sono che l’aspetto più evidente di questo progresso: ma allora, cosa ci sta sotto? Ho avuto l’occasione di parlare recentemente con un amico che lavora nel settore delle ebike, scambiando con lui osservazioni, pareri e previsioni. Bè, secondo lui, il 2020 sarà l’anno della svolta per il mondo della bicicletta e vedrà la definitiva consacrazione della bici elettrica. Non stento a crederci. La bici non sarà più una catena, due pedali e due ruote, ma in sostanza un combinato disposto dalle potenzialità immense per la mobilità dolce: per il divertimento, per il lavoro, per la salute e per molte altre cose ancora. Quello che davvero sarà il fulcro di questo “nuovo corso” è la possibilità di integrazione e di sviluppo software col Sistema Bici: oltre ai software in dotazione delle bici elettriche, che forniscono prevalentemente i consueti servizi fondamentali, numerose sono le apps che quotidianamente vengono immesse sul mercato. Piccole, leggere applicazioni che installate sullo smartphone permettono di controllare anche in remoto la nostra bicicletta. Nei giorni in cui ho avuto la possibilità di testare il computer di bordo Nyon della Bosch sono rimasto realmente stupefatto dalle possibilità che l’utilizzo dell’informatica aggiunge alla nostra bicicletta. Ho avuto sottomano un attrezzo che, oltre alle classiche funzioni da ebike, mi consentiva di controllare la mia attività atletica, monitorare il mio stato fisico (cardio Polar), guidarmi e registrare con il gps e mappe (Open Street Maps), verificare quanto ho risparmiato in “chiave ambiente” nei confronti della mia macchina (Dashboard) e sincronizzandosi col mio smartphone potevo controllare il tutto poi comodamente a casa sul computer, oltre che leggere gli sms sul display del Nyon… Ma la funzione che più mi ha acceso il campanellino è legata all’applicazione di Bosch chiamata eBike Connect: l’eBiker può mettere a punto la caratteristica di risposta del motore, per esempio, variando con precisione le singole curve di assistenza del motore. Sul display dello smartphone si presentano 4 curve corrispondenti ai 4 livelli di assistenza. Per ogni curva il motore offre prima un’assistenza minima, che poi sale, e infine decresce. Se per esempio, il livello di assistenza Eco sembra un po’ troppo leggero in partenza, si può modificare la curva in modo da renderlo un po’ più potente in quella fase. Ora, questo potrebbe sembrare poco, ma pensate agli sviluppi che l’utilizzo del software può avere su tutto il Sistema Bicicletta: già abbiamo i cambi elettronici che lavorano in sincrono con il motore, Shimano ha portato un passo avanti con il suo Nexus Di2 integrandolo totalmente con l’impianto STEPS. Tra non molto arriveremo al controllo anche delle sospensioni e sarà facile inibire completamente tutto il sistema con una sola password o con l’impronta digitale. Alcune apps, come la tedesca Cobi (presto l’intervista agli sviluppatori del software su ebike.bicilive.it), che viene offerta con un piccolo supporto da manubrio che integra una luce, si installa sugli smartphone di ultima generazione e consente, tra le tante, di monitorare tutte le funzioni del sistema elettrico, controllare le nostre performance, scambiare dati con altri utenti, upload e download file gpx, assistenza sulle condizioni stradali e meteo, controllo delle luci di emergenza e segnaletiche, musica, sicurezza: allarme, blocco e bike locator e controllo remoto delle funzioni del Sistema e dello stato “di forma” della bicicletta! La bellezza è pure che questa App si può utilizzare con tutte le biciclette. L’ultima arrivata, la app della Specialized, la Mission Control: niente di trascendentale, ma fornisce un controllo della batteria, e di conseguenza del consumo, più accurato. Ora, rispetto a quanto scrivevo il 19 settembre del 2013, mi sembra che in due anni siamo andati molto avanti, la mia immaginazione ha difficoltà a prevedere cosa ci riserva il 2020. E non dimentichiamoci che la ebike è e resta sempre un mezzo ecocompatibile, sempre che qualcuno non ci voglia trovare il pelo nell’uovo… di Colombo! La presentazione al pubblico della Specialized Turbo Levo ha chiarito che l’integrazione tra sistema elettrico e sistema bici deve essere completa: non due insiemi che si intersecano ma piuttosto che coincidono. Il software poi sarà il mezzo con cui questa fusione avverrà creando la bici elettrica del futuro. E se il controllo del software permettesse la definitiva gestione della batteria a idrogeno?