Amavo farmi raccontare aneddoti da mio padre, che oggi avrebbe 91 anni, storie di una Sicilia antica, genuina, sincera, verace.

Tra i tanti, innumerevoli racconti di Don Mimì che mi piaceva ascoltare, uno è sintomatico di una cultura tradizionalista e reazionaria, che non digeriva il “nuovo” ritenendolo una minaccia per l’equilibrio sociale. Italico malcostume… Mi raccontò mio padre che un giorno coi risparmi del suo lavoretto acquistò una bicicletta, la sua prima bicicletta. Una di quelle cose che risultava essere eccezionale a quei tempi e per quei luoghi!

Entusiasta dell’acquisto la portò su al primo piano – negli anni ’20-’30 viveva in uno stabile sulla piazza commerciale della città – per mostrarla a sua madre. Ebbene, successe che la matriarca, Nonna Mariannina, non appena vide lo strumento a due ruote esclamò: “Io queste diavolerie a casa mia non le voglio!!!” E senza pensarci due volte prese il velocipede e lo scagliò fuori dalla finestra.

Oh, bene, quest’aneddoto calza a pennello a quanto oggi sta succedendo nei confronti della ebike, con alcuni, non molti, opinion maker e affini che osteggiano l’utilizzo della bici a pedalata assistita vedendone il “mostro” che divorerà le bici tradizionali.

Posizioni di persone non più tanto giovani, bisogna dirlo, ma con esperienze che contano davvero nel mondo della mobilità dolce; ci sarebbe da capire quanto conti la mobilità dolce in Italia, e certo questi atteggiamenti reazionari non ne aiutano lo sviluppo.

Atteggiamenti preconcetti e conservatori, come quello della Nonna Mariannina, con motivazioni particolarmente strumentali o ortodosse:

Le ebike sono pericolose per l’alta velocità. FALSO!
La normativa europea impone il limite di velocità a 25 km/h e in ogni caso non si va sensibilmente più veloce, in pianura e in discesa, da una bici tradizionale spinta da un minimo di “gamba”.

Le ebike sono pesanti e con la loro massa in caso di incidente aumentano la pericolosità. FALSO!
Le ebike attuali non pesano, con i loro  19/21 kg, non più di una buona city bike tradizionale (esistono alcuni modelli su i 17/18kg ndr).
Inoltre una ricerca della Dutch Embassy (la potente associazione ciclistica olandese – mica gli ultimi arrivati…) ha provato che il milione e mezzo di pedelec marcianti in Olanda non ha provocato aumento alcuno di incidenti e/o feriti.

Aumentano il consumo di Litio; vero, ma siamo sicuri che sia così rilevante il consumo di litio nell’assemblaggio delle batterie da ebike?
Solo l’1,9% rispetto agli altri metalli/minerali (rame, alluminio ecc), lo 0.007 kg per kg Li-ion battery.
Inoltre la normativa CE impone un recupero e riciclaggio per il 95% delle batterie in circolazione nel 2015. (Per approfondire sulla questione vi rimando alla ricerca Contribution of Li-Ion Batteries to the Environmental Impact of ElectricVehicles del Technology and Society Laboratory, Swiss Federal Laboratories for Materials Science and Technology).

Le ebike sono facilmente “truccabili”; VERO! (ma non facile)
Ma vorrei capire chi ne abbia interesse e perché manomettere la propria pedelec! Cioè, ci rendiamo conto che su ogni bici c’è una persona con cervello?

Oppure crediamo che le pedelec debbano essere guidate solo da sconsiderati incoscienti?!?
Sinceramente, noi di ebike.Bbicilive.it non condividiamo quest’assunto.

Bene, sapete qual è la conclusione di questa storia? Che la mia Nonna Mariannina, negli anni ’50, terrorizzata dalla automobile, iniziò ad andare in bicicletta!

La bicicletta del gelataio

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A proposito dell'autore

Da sempre un grande appassionato di natura e bici e accanito difensore dell’ambiente. Lavora come organizzatore di bike tour con il suo Coast2Coast in tutta l'area del Mediterraneo, inoltre da anni collabora come freelance per alcune delle più importanti riviste di mountain bike italiane.