La casa italiana con sede a Monza ci ha fatto testare la top di gamma per quanto riguarda le sue e-mtb biammortizzate a catalogo.

La E-Jab FS è una ebike full con 130 mm di escursione su ruote da 27,5″; vi ricordiamo che potrete provarla alla tappa finale del Bike Shop Test a Roma il 5 e 6 novembre.

Caratteristiche tecniche Bianchi E-Jab FS 2017

La E-Jab FS da noi testata presenta un telaio in alluminio con sistema di sospensione a quadrilatero con giunto Horst. Il motore è il Bosch Performance II da 36V che eroga 250 W di potenza, con batteria da 400 Wh posizionata sul tubo obliquo e unità di comando con display al manubrio Intuvia. Il peso è di 21,2 kg.

foto della bianchi e-jab, ebike con motore bosch

La Bianchi E-Jab, una emtb full indicata per un uso trail-all mountain.

Al reparto sospensioni abbiamo una forcella Rock Shox Revelation Solo Air da 130 mm con tubo forcella conico e un ammortizzatore Rock Shox Monarch RT. I freni a disco sono Shimano XT M785 con rotori da 203 mm anteriore e 180 mm posteriore.

Le ruote sono DT Swiss Spline M1900 da 27.5” e le coperture sono le Hutchinson Cougar 27.5×2.2″, montate tubeless.

Infine, il reggisella telescopico è un KS E-Ten, purtroppo con solo 100 mm corsa.

Da segnalare che nella bici testata la trasmissione è Shimano XT con pacco pignoni a 10 rapporti 11-36T e cambio senza frizione, mentre nella versione definitiva sarà con un 11 velocità 11-40T e cambio con frizione Shadow+.

La Bianchi E-Jab è disponibile nelle misure di 43, 48 e 53 cm al prezzo è di 4.790 euro.

foto del carro della bianchi e-jab, ebike con motore bosch

In foto si nota purtroppo l’assenza di una protezione sul fodero basso e come la catena abbia danneggiato quest’ultimo, risultando anche rumorosa in discesa.

Il test della e-mtb Bianchi E-Jab

La prova della Bianchi E-Jab si è svolta sullo stesso percorso dove abbiamo testato le altre ebike al Bike Shop Test di Zola Predosa (BO), un giro ad anello di circa 20 km con tutto il necessario per mettere alla prova motore e ciclistica.

Chiaramente non si tratta di un test a lunga durata, per cui le impressioni e le conclusioni che abbiamo tratto si riferiscono ai parametri più immediati si possono dedurre con una breve prova; quindi posizione in sella, caratteristiche del motore e comportamento sui trail.

Il fondamentale settaggio prima del giro

Per ottenere il massimo in poco tempo ribadiamo quanto sia fondamentale un corretto settaggio della ebike: gli appoggi, la pressione delle gomme e soprattutto la regolazione delle sospensioni (tra un corretto Sag e la regolazione del ritorno o rebound) possono cambiare il volto di una bici.

La posizione in sella è abbastanza confortevole anche se troviamo un manubrio piuttosto stretto da 700 mm che stona con la tendenza moderna sulle trail bike di 740 mm.

Gli spessori sopra all’attacco manubrio (da 70 mm) sono ben tre, decido di lasciare tutto come trovo per favorire una posizione bassa in salita e carica sull’anteriore in discesa. La sella Tec Durus è comoda e il reggisella KS con un leggero arretramento (e i miei 170 cm di altezza) mi posiziona centrale ma leggermente disteso su una taglia M.

Sono sempre dell’idea che sulle e-mtb da trail, per il peso elevato delle bici, si debbano accorciare gli stem e allargare i manubri arrivando a misure “da enduro” per favorire più controllo (con una leva più larga) e più divertimento in discesa.

Sempre per quanto riguarda il setting, cerco di intervenire sul manubrio per avere il comando del reggisella a sinistra e solo il manettino del cambio a destra, anche se spesso ciò non è possibile sulle ebike con comandi del motore Bosch o Yamaha, dati gli ingombri dei selettori di modalità.

Ad esempio il motore Shimano ha un selettore di assistenza sotto al manubrio meno esposto e molto più ergonomico.

Le manopole sono la grande pecca di questa ebike, sono di gomma senza collarini e ruotano sul manubrio, tanto da riuscire agevolmente a sfilarne una con poco sforzo. Su una bici da quasi 5000 euro questo è un difetto che sarebbe meglio non trovare.

foto del carro e della ruota posteriore della bianchi e-jab, ebike con motore bosch

Il carro a quadrilatero con giunto Horst sul fodero basso, una garanzia di efficienza sullo sconnesso anche in frenata.

Salita

In salita scorrevole la Bianchi E-Jab ha un buon comportamento, il motore Bosch Performance Generation II è una garanzia e lo conosco bene. Le sue 4 modalità, Eco, Tour, Sport e Turbo sono ben distinte, il motore ha un funzionamento fluido e senza strappi e la potenza non manca mai.

L’azionamento della levetta che frena le compressioni a bassa velocità sull’ammortizzatore è ben agibile e il suo aiuto su “Pedal” è prezioso, per non innescare gli ondeggiamenti tipici del carro a quadrilatero con giunto Horst.

La E-Jab si comporta bene anche sulle salite tecniche grazie anche ai suoi 68° di angolo sterzo e il manubrio senza spessori sotto lo stem, con il carro che in questo caso mantiene un’ottima trazione in “tutto aperto” grazie alle sue caratteristiche.

I 10 rapporti purtroppo finiscono presto, sulle salite più ripide bisogna avere una buona gamba, ma ricordiamo che sul modello originale ci sarà un 1×11 con un pignone da 40 al posteriore.

Il consiglio in salita è sempre quello di usare la modalità Eco o Tour e lasciare le altre due solo per i casi estremi: la batteria migliorerà nella durata e avremo anche una sensazione di “piacevole fatica”.

Discesa

In discesa la distribuzione dei pesi e il carro da 470 mm rendono la Bianchi E-Jab un po’ lenta nel tecnico, complice anche lo stretto manubrio da 700 mm e il fatto che il reggisella KS si abbassi solo di 100 mm, lasciando la sella un po’ troppo alta nei tornanti e sui ripidi e togliendo la confidenza necessaria.

Dall’altra parte, se si punta dritti in mezzo a una pietraia, la E-Jab sorprende per come digerisca gradoni, radici e qualsiasi cosa le passi sotto le ruote, qui il lavoro del carro è degno di nota.

Qualche aggiustamento nel montaggio gioverebbe parecchio a questa ebike, a partire anche dalle gomme, le Hutchinson Cougar 27.5×2.2″, buone in salita ma strette, con poco volume d’aria e dal grip poco consistente sulla discesa umida del trail che abbiamo affrontato.

Ottimi come sempre i freni Shimano XT con la presenza del 203 mm anteriore e la trasmissione sempre Shimano, anche se il cambio senza frizione (solo sul modello in test) faceva sbattere spesso la catena sul fodero basso, mancante tra l’altro di un necessario batticatena.

Conclusioni

Forte di un buon disegno di telaio e carro, la Bianchi E-Jab risulta essere una e-mtb polivalente, divertente sulle salite tecniche, stabile e performante sulle discese mediamente sconnesse.

La forcella Revelation con steli da 32 mm è leggermente sottodimensionata per il peso della ebike in un uso offroad più spinto, vedrei meglio, per stare in casa Rock Shox, una Yari o una Pike con steli da 35 mm.

Il montaggio della E-Jab presenta quindi alcuni “chiaroscuri”, con un paio di dettagli, come le manopole e la mancanza di un batticatena, che speriamo di vedere migliorati sulle bici in produzione per il 2017.

Per chi fosse interessato, sulle nostre pagine è possibile consultare il catalogo e listino prezzi Bianchi mtb e il catalogo e listino prezzi Bianchi bici da strada.

Che cosa ci è piaciuto

  • Le prestazioni in salita
  • Il lavoro del carro sullo sconnesso
  • La stabilità in discesa

Che cosa non ci ha convinto

  • Le manopole
  • La mancanza del batticatena
  • Le gomme dal grip poco consistente e di sezione 2,2″

Per tutte le altre informazioni, le geometrie e le specifiche della Bianchi E-Jab consulta il sito Bianchi.

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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!