La Commissione Europea propone una assicurazione RC per le ebike Elvezio Sciallis 25 Giugno 2018 Brainstorming Siamo ormai così abituati al sensazionalismo, falsi scoop e notizie allarmistiche che non deve certo sorprenderci la recente ondata di titoloni recitanti “arriva l’assicurazione RC per l’ebike”. Prima di gridare e inveire è però meglio aspettare che accada realmente qualcosa, visto che per ora si tratta di una proposta di modifica di legge che deve seguire un iter ben preciso. La Commissione Europea a maggio 2018 ha infatti pubblicato in un comunicato stampa una proposta di modifica al MID, la Motor Vehicle Insurance Directive ovvero la direttiva che riguarda l’assicurazione dei veicoli a motore. La proposta mirerebbe a includere le ebike utilizzate all’interno della Comunità Europea, ma da questa proposta alla trasformazione in legge effettiva il percorso è ancora lungo e, anche se dovesse diventare legge, potrebbero esserci ulteriori intoppi di percorso. Se infatti sono già regolate a livello di legge le cosiddette S-Pedelec, ovvero le biciclette elettriche a pedalata assistita i cui motori forniscono assistenza superiore al limite dei 25 chilometri orari, le ebike normali non hanno ancora alcun obbligo di assicurazione e la proposta di modifica, sia per tempistica che per obbiettivi, giunge in effetti come fulmine a ciel sereno ed è destinata a far discutere. E proprio da queste discussioni nasceranno le prime resistenze: si è già mossa la ECF (la Federazione Ciclisti Europei) e possiamo immaginare che ben presto entreranno in azione lobby di produttori e associazioni di consumatori, in una manovra a tenaglia che porrà non pochi ostacoli a una proposta di legge di questo tipo. E se anche questo intento dovesse trasformarsi in legge, il percorso successivo si presenta altrettanto difficoltoso e problematico: con buone probabilità i vari Paesi membri potranno presentare eccezioni e far circolare liberamente le ebike sul loro territorio, complicando ulteriormente il quadro. Immaginate un ciclista che, in sella alla sua bicicletta a pedalata assistita, è in regola nel suo Paese ma diventa fuorilegge appena passa il confine anche solo per una escursione di poche ore: un incubo logistico e giuridico che terrebbe impegnate legioni di avvocati. Non fasciamoci quindi la testa con troppo anticipo e, viene da aggiungere in chiusura, non limitiamoci nemmeno a ragionare sempre e solo con il portafoglio, proviamo a guardare alle notizie da più angoli e prospettive. Certo, una assicurazione di questo tipo può sembrare l’ennesima “tassa in più”, ma siamo completamente sicuri che non servirebbe a nulla e che sia solo un tentativo, come detto da molti, di “criminalizzare” i ciclisti? Ci sono stati studi e analisi? Abbiamo dati a sufficienza? No ma, come sempre più spesso accade, poco importa: l’essenziale è sparare il titolone per acchiappare attenzione (e qualche clic in più), in attesa della prossima non-notizia sulla quale creare qualche inutile ed effimero scandalo. Aspettiamo e vediamo come si evolverà la situazione, noi vi terremo costantemente aggiornati sull’argomento.