Le ebike da testare, uscite dalla scatola, passano sempre prima dal torchio di mio figlio, che in una sintesi di un paio di parole le battezza.

Dopo 5 minuti di test della Trail Tracker Domi, varcato il cancello d’ingresso con un sorriso da orecchio a orecchio, mi dice: papà, invece della Vespa 50, a quattordici anni voglio questa!

Il primo effetto di questa bici è che tutti si girano a guardarti, i più intraprendenti ti fermano e ti chiedono: cos’è? Quindi, se il tuo desiderio è quello di farti notare, o se hai carenza d’affetto, bè, la Trail Tracker fa per te!

L’incontro

Aperta la scatola non puoi far altro che esclamare: Wow! Anche se già la conosco, l’ho provata in fiera a Padova, rivederla è sempre stupefacente.

Ma testiamo la Trail Tracker, una fat bike con ruote da 4.0”, che abbiamo già presentato in anteprima in occasione, appunto, di Expobici 2013.

Il telaio è semplicissimo, con una forcella rigida e una linea catena lunghissima. Come tutte le fat bike, del resto. Personalmente il disegno a me piace molto ed anche il colore nero, anche se in catalogo troviamo diverse colorazioni accattivanti e per il 2015 ne avremo proprio delle belle. Oltre alle ruote, la sella è dimensionata da fat bike: una poltrona.

A parte che è davvero ultracomoda, hanno pure inserito un tubo sella ammortizzato. Un manubrio largo da 700 e rialzato e pedali flat completano l’allestimento di questa fat bike;

La batteria è ospitata nel vano posteriore, dotata di una serratura a chiave on/off e lock/unlock che ne rende facile l’estrazione e quindi con la possibilità di essere portata in casa per la carica, oltre che on board. La collocazione della batteria è forse un po’ sacrificata e troppo in vista… il connettore per la ricarica non è però dimensionato alla bicicletta (mi hanno però detto che Pedego Italia ci ha già pensato per il 2015).

Le manopole sono in pelle morbidissima e il display sulla sinistra del ponte comandi è completo di tutte le info e facilmente accessibile. Sulla destra un piccolo rotore che se girato da l’avvio al motore elettrico che stacca alla velocità di 6 kmh.

Insomma, studiata per i surfer californiani alla ricerca dell’onda nelle chilometriche spiagge bagnate dall’Oceano Pacifico. Ma che trova anche il suo habitat nelle lande della nostra penisola!

La conoscenza

Come prassi il caricatore della batteria è, insieme ai pedali, l’unico accessorio fornito con la bici, abbastanza piccolo e con un lungo cavo che consente facilmente di collegare alla presa elettrica la batteria direttamente dalla bici.

Come scrivevo la batteria è molto in vista, oltre che posta su un supporto posteriore; è anche una 46Volt (dotata di fusibile di protezione) molto voluminosa; il connettore d’ingresso è scomodo, nascosto da una protezione in gomma poco funzionale e il connettore è troppo piccolo, cosa che stona nell’insieme… (ma noi sappiamo che stanno correndo a ripari, per mano di Pedego Italia).

I comandi del cambio sulla destra che gestiscono uno Shimano 7V, sono con manopole rotanti.

Il display di monitoraggio del sistema elettrico è posto, come detto, in prossimità della manopola sinistra: da 0 a 4 sono le modalità di assistenza, con la neutra, senza assistenza, indicata col numero 0, selezionabili con i tasti + e -. Il display indica tutte le info utili: dai kilometri parziali percorsi alla velocità sino alla carica residua della batteria.

I freni sono dei Tektro a disco meccanici, più che sufficienti.

La frequentazione

Sistemo l’altezza del sellino non a misura convenzionale, ma comodo in modo da poter facilmente poggiare il piede per terra. Il ponte comandi aiuta a mantenere una postura eretta e comoda per una guida rilassata.

Decido di andare subito in spiaggia, lo sapete, il caso ha voluto che abiti a due passi dal mare, forse la costa con le più belle spiagge della Sicilia e ad una decina di chilometri dalla città che si trova in collina a 400 mt slm.

Così la ebike è per me un must per gli spostamenti urbani, immaginate poi come sia felice di potere testare una bici fatta apposta per viaggiare sulla finissima sabbia che mi circonda… (invidia eh? ndr).

Il primo approccio con la Pedego Trail Tracker decido appunto di farlo sulla spiaggia: i kilometri di spiaggia di San Leone, il lido di Agrigento, la Città dei Templi.

Seguo il consiglio di Gaetano, uno dei soci di Pedego Italia, l’eclettico importatore delle Pedego nel nostro Paese: sgonfio le gomme da 4.0 per avere più superficie sulla sabbia e “galleggiare” con più facilità!

Non appena metto il muso della Trail Tracker fuori dalla vicolo di casa, percepisco di avere tra le mani qualcosa di inconsueto, le auto rallentano, i passanti si fermano, tutti gli occhi sono puntati su di me! Anzi, su questa fat bike che mi trovo a testare…

Lascio la strada e mi tuffo nel ciottolato che porta alla spiaggia di Maddalusa, che tra dune e pietre cadute a mare raggiunge il Caos, scenario della residenza del nostro Luigi Pirandello. La Trail Tracker avanza con facilità sule tonde e lisce pietre del bagnasciuga, non sento neache il tipico fastidio della pietraia, tutto assorbito dal volume dei pneumatici.

Bè, tipico delle fat bike, direte voi… Sì, ma sapete quant’è bello avanzare con l’ausilio del motore elettrico? Nooo?!

Entro sulla spiaggia e decido di utilizzare da subito l’assistenza alla pedalata con modalità 3 così da testare anche l’autonomia di percorrenza. La bici viaggia che è uno spettacolo, un piacere inconsueto.

Ma lì ci sono le dune di sabbia asciutta! Allora modalità 4, la massima e proviamo…

Che goduria, inizio a divertirmi come un bambino: la faccio viaggiare pedalando con ritmo veloce e lei vola sulla sabbia. Salgo e scendo dalle dune facendo surf!

A fianco ho Betty Boop, il mio Labrador che mi insegue anche lei felice, di solito i giri li facciamo in asfalto, ma in spiaggia anche per lei è la prima volta: mi corre dietro e si tuffa a mare anche lei stupefatta dalla novità.

La fat bike elettrica Pedego Trail Traker 250 sulla spiaggia con un cane

Foto di Alessandro Tedesco

Quattro sono i pulsanti dei comandi nel display, raggiungibili facilmente col pollice: il primo accende il sistema, il secondo SET, seleziona le info come ora, kilometri parziali e totali ecc. Gli altri 2, identificati con un + e un – le modalità di assistenza che vanno da 0 (nulla, solo pedalata muscolare) e 1 (la più bassa, circa il 50%) a 4.

Il display riporta anche il consumo della batteria, attraverso l’icona di una batteria con grafica a 4 livelli.

Un dettaglio del posteriore della fat bike elettrica Pedego Trail Traker 250

Foto di Francesco Montefusco

La bici sembra un po’ pesante ma il cambio a 7 velocità e il potente motore (250 W 10a) la fanno viaggiare alla grande; se poi ci mettete un po’ di gamba, non guasta.

Ritorno a casa da asfalto (per modo di dire..) e una strada secondaria in sterrato mal messo: è un piacere sempre guidare questa bici. Betty Boop condivide!

31 Km per un primo test e metà batteria consumata mi sembra più che sufficiente.

La porto a casa

Manca la prova su strada! Ma questa bici non è fatta per andare su asfalto, giammai. L’occasione però c’è, la manifestazione di commemorazione dei Caduti per mano della Mafia, dove la nostra associazione e altre locali hanno partecipato.

La prima sezione del percorso che parte dal porticciolo e costeggia tutto il lido di San Leone per circa 5 Km, lo faccio, naturalmente, tutto in spiaggia: che piacere! Poi mi unisco agli altri continuando su asfalto per la strada che porta alla Valle dei Templi prima e ritorno a San Leone poi per un totale di 35 KM.

Perciò, il test più approfondito decido di realizzarlo su fondo misto: sia in città che fuoristrada, tra i templi greci stradine e spiaggia. Anche stavolta in città giro per il centro storico tra vicoletti, stradine e salite impossibili tutte su fondo in pavè.

Il motore al mozzo posteriore attacca (si inserisce all’avvio della pedalata) in modo brusco: è la caratteristica di tutti i motori al mozzo, ma poi diventa piacevole… sotto sforzo non si fa sentire ed è piuttosto silenzioso: veramente un bel motore, costruito bene, che eroga la potenza in maniera omogenea e costante anche nei tratti più impegnativi.

Non immagino cosa possa fare quello da 600 Watt!

La batteria lo assiste in maniera egregia fornendo energia a sufficienza.

I freni vbrake sono abbastanza efficienti, anche a velocità non ho avuto alcun problema a fermarmi usando energicamente le due dita sulle leve.

Una fat bike elettrica Pedego Trail Traker 250 in esposizione a una fiera

Foto di Alessandro Tedesco

Nelle salite ripide non si percepisce la tipica difficoltà del motore al mozzo: sotto sforzo va alla grande se assistito anche da una buona dose di muscoli…

Il limite è tipico dei motori posti al mozzo che non gradiscono essere spremuti sulle salite, anche se alcuni, come questo in prova, sono più energici. Le strade cittadine non sono certo l’habitat di questa TrailTracker, tutt’altro: districarsi tra il traffico con questa bici viene proprio difficile, vuoi per le ruote larghe, vuoi per la lunghezza del telaio, non è piacevole fare slalom tra le automobili.

Se poi ci metti che tra una frenata e l’altra, un ooooooh e un wow, rischi di creare tamponamenti a catena, allora meglio non frequentare l’affollato asfalto urbano!

36 Km e 50% di batteria ancora utile!

Chi se la sposa…

Ci sono uscito spesso, l’ho tenuta per due mesi questa bici. Speravo che Gaetano, di Pedego Italia me la lasciasse ancora un po’, ma l’ho dovuta restituire… Mi ha promesso che mi farà avere la 600 Watt: sto già sbavando!

La Trail Tracker è una fat bike da spiaggia, quindi, non vi dico di scordarvi la città, ma non è fatta per i percorsi cittadini, benchè non abbia nessun problema ad affrontarli. Anzi, non ha paura di nulla: che sia fuoristrada sconnesso o sabbia, che sia asfalto o terreno incolto lei va alla grande per un divertimento totale.

I tempi di ricarica della batteria sono i consueti, 4 ore per una ricarica completa; la vita della batteria è “tranquillamente” di 5 anni.

E possibile installare un kit con motore 600 Watt completo di cerchio , per chi ha voglia di divertirsi solo in fuoristrada, sulla sabbia e sulla neve. C’è anche l’accessorio con sci per questo tipo di bici.

Colori: tutta nera, nera opaco con cerchi: verde fluo, blu, rosso ; a richiesta arancio o qualsiasi colore RAL ( con un piccolo sovrapprezzo). Inoltre si può ordinare anche del colore preferito purché sia una tinta RAL.

Certo, non è una una City ebike, ma, credetemi, è un divertimento. E per questo dovrete spendere tanto, ma per chi ama la novità, l’originalità, l’estro, la fantasia, la Pedego Trail Tracker è la panacea. 2.905 euro ed è vostra!

Prezzo € 2.905 IVA compresa

Cosa le piace:
La sabbia
Il Mare
Divertirsi

Cosa non le piace:
La città
Le salitone
Fare cose serie

Cosa ci è piaciuto di più:
Design
Comodità da divano
Autonomia Batteria
Assistenza Pedego Italia
Motore performante

Cosa ci è piaciuto di meno:
Finiture telaio
Vano batteria troppo in evidenza
Spinotto caricabatteria
Luci da migliorare
Campanello piccolo

Fat bike elettrica Pedego Trail Traker 250: riassumendo

Motore 250 watt. 48 Volt
Batteria 48 Volt 10 amph
Tempi di ricarica da zero 4/6 ore
Garanzia su batteria 24 mesi
Ciclo vitale mi dicono cinque anni senza problemi

Possibilità di installare un kit con motore 600 Watt completo di cerchio , per chi ha voglia di divertirsi in fuoristrada , sulla sabbia e sulla neve.

Possibilità di acquistare anche gli scii per questo tipo di bici.

Colori: tutta nera, nera opaco con cerchi: verde fluo, blu, rosso ; a richiesta arancio o qualsiasi colore RAL ( con un piccolo sovrapprezzo). Inoltre si può ordinare anche del colore preferito purché sia una tinta RAL , ( questo servizio della colorazione lo facciamo noi in Italia con sovrapprezzo).

Modello unico con display comando retroilluminato , sensore di pedalata, 5 livelli di aiuto motore, valvola a farfalla, luce anteriore di serie.

Accessori per personalizzarla come le forche anteriori ammortizzatore sotto sella etc…

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A proposito dell'autore

Da sempre un grande appassionato di natura e bici e accanito difensore dell’ambiente. Lavora come organizzatore di bike tour con il suo Coast2Coast in tutta l'area del Mediterraneo, inoltre da anni collabora come freelance per alcune delle più importanti riviste di mountain bike italiane.