In questo articolo vi raccontiamo l’esperienza di Daniela Preschern, una ragazza come tutti noi appassionata di mountain bike ma dotata di una grinta fuori dal comune, che dalla sedia a rotelle l’ha portata nuovamente in sella a una hand bike elettrica.

Ecco la sua storia…

Daniela Preschern, una passione per la MTB e l’ebike

Mi chiamo Daniela, ho 37 anni e sono nata e cresciuta a Rovereto provincia di Trento.
Sono una collaboratrice scolastica in un istituto superiore della zona.

Sono sempre stata innamorata della mountain bike, ho iniziato con una front poi negli anni sono passata all’ebike con una delle prime Cube biammortizzate con motore Bosch.

La MTB a pedalata assistita mi ha portato in posti dove non ero mai arrivata prima e mi ha regalato molte emozioni, tra cui uno splendido anniversario di nozze sulle piste del Carosello3000 a Livigno (SO).

Purtroppo ho una malattia degenerativa chiamata neuropatia motorio-sensitiva di Charcot-Marie-Tooth.

È da due anni e mezzo che uso la carrozzina per muovermi a causa di varie operazioni alla colonna vertebrale che non sono andate a buon fine: questa situazione può spaventare molte persone ma tuttavia, grazie al mio modo di vedere le cose, non ha cambiato il mio stile di vita, lo ha modificato solo in parte.

Non so come questa malattia potrà evolversi nel tempo ma non lo vedo come un problema in quanto sono una persona che ha sempre cercato di realizzare i propri sogni, prendendo le difficoltà come una continua sfida.

foto di daniela preschern in sella a una emtb

Daniela in sella alla sua eMTB Cube a Livigno (SO).

La caduta più tosta

“Nulla è per sempre” e come nella bici anche nella vita ci sono le cadute, quelle belle toste: nel 2017 la malattia si fa più grave, arrivano gli interventi alla colonna vertebrale e purtroppo devo rinunciare alla mia e-bike.

Non mi perdo d’animo e spero sempre di poter ritornare in sella ma non è così, perdo l’uso delle gambe dalle ginocchia in giù e mi bloccano pure le caviglie, non sento più nulla. Inizio a deambulare con fatica e instabilità e per maggiore sicurezza decido di muovermi con una sedia a rotelle.

È veramente una bella batosta, tutto quello che nel mio piccolo ero abituata a fare viene stravolto. Vendo la mia amata ebike, cambiano parecchie cose nella mia vita, ma come al solito cerco di fare ciò che ho in mente e così inseguo un sogno che forse si può realizzare: tornare nei boschi in bici.

Grazie al mio spirito, a mio marito e ad alcuni suoi amici compriamo una hand-bike usata a tre ruote e la modifichiamo montando un motore elettrico e la batteria, così da poter usare le mie braccia per pedalare e avere supporto sufficiente sulle salite: voglio nuovamente respirare il profumo degli alberi e pedalare sui sentieri delle mie montagne.

foto della hand-bike elettrica di Daniela Preschern

Ecco la hand-bike elettrica di Daniela Preschern.

Il progetto hand bike elettrica

Questo progetto è partito inizialmente come sfida personale perché mi ero messa in testa di ritornare a fare ciò che mi dava libertà, cioè usare una bicicletta nei boschi.

Siamo partiti con una ristrutturazione da zero della hand-bike e siccome tutto è autofinanziato siamo stati costretti a rimanere in un budget contenuto.

Se sono arrivata dove sono ora è stato anche grazie all’aiuto di molte persone che mi hanno regalato componenti nuovi e usati per la bici e che hanno contribuito alle modifiche necessarie per mettere in moto questo bolide.

foto della trasmissione è SRAM EX1 specifica per ebike

La trasmissione è SRAM EX1 specifica per ebike.

Il telaio in alluminio è totalmente rigido, purtroppo mi devo accontentare dato che le hand bike ammortizzate costano molto. Per dare un’idea, alcune hand bike da fuoristrada arrivano oltre i 15.000 euro!

Grazie a Leonardo, un amico esperto con una grande passione per l’elettronica, abbiamo montato un motore elettrico Bafang che assiste la pedalata, un impianto frenante potente con sistema di ABS anteriore e posteriore e sono stati portati tutti i comandi alle mani per una maggiore sicurezza. Ho la possibilità di avere una o due batterie a seconda dei giri e l’autonomia è più che sufficiente per fare escursioni belle lunghe e con un buon dislivello.

foto di daniela preschern in montagna

Da qui è partito tutto, si è solo aggiunta una ruota in più alla mia bici…

Dopo vari collaudi, alcune modifiche e qualche guasto sono ritornata sui trail vicino casa, poi mi sono spinta più in là ho cominciato a salire le montagne e raggiungere posti impensabili, lasciando a bocca aperta molti escursionisti.

foto della hand ebike di daniela preschern

Un particolare della ruota da 26″ e del freno a disco anteriore Hope.

Ho iniziato a girare i miei primi video e a far vedere ciò che si poteva fare anche se ci sono delle disabilità. Altre persone hanno creduto in me seguendomi sui social e sponsorizzandomi con del materiale e il loro supporto.

È stato molto emozionante riuscire a raggiungere tutto ciò. Ho cominciato a partecipare a fiere e manifestazioni dove mi presentavo e cercavo di far capire quello che stavo facendo.

Ho incontrato e conosciuto gente meravigliosa che mi ha aiutato e con molti dei quali è nata anche una grande amicizia.

Il 2019 stato un anno stupendo con tante soddisfazioni ed emozioni nuove che mi hanno dato la carica per affrontare nuove sfide e avventure.

Un collage di foto di Daniela Preschern con la sua hand bike elettrica.

Un collage di foto di Daniela Preschern con la sua hand bike elettrica.

Il 2020 è partito con il botto, sono riuscita a ottenere la possibilità di promuovere il mio amato Trentino e adesso il mio progetto incomincia a definirsi.

Tutto era nato per un’esigenza, la mia, quella di ritornare in bici, ma mi sono accorta che quello che sto facendo ha interessato parecchie persone che come me hanno problemi ma sono determinate ad andare avanti.

Voglio creare un grande progetto, serve solo un po’ di organizzazione: ho trovato persone che mi stanno appoggiando e ho svariati contatti con cui sto lavorando, ora speriamo che questa situazione di stallo creata dal Covid-19 si sblocchi per poter riprendere in mano le idee e cercare di realizzarle.

Questo per far sì che altre persone come me possano provare questo sport meraviglioso, le tecnologie ci sono, ora vedremo di mettere insieme tutto il resto.

foto di Daniela sulla strada Ponale del lago di Garda

Daniela sulla strada Ponale del lago di Garda vicino a Riva del Garda e Torbole (TN).

Sono convinta che nulla sia impossibile e sto cercando di dimostrarlo nel mio piccolo con umiltà e tenacia.

Finché il corpo me lo permette cercherò di coinvolgere più persone possibili in questo progetto perché sarebbe molto bello creare un movimento riguardante la hand-bike offroad.

Ci sono posti stupendi in questo bellissimo paese che vale la pena vedere e vivere, solamente uscendo fuori dalle nostre città, e la voglia di farlo dopo un mese chiusi in casa è più forte che mai.

Quindi “stay tuned” e speriamo che questa emergenza finisca per tornare presto a pedalare.

Daniela

foto della hand bike di daniela preschern

La hand-bike di Daniela è in alluminio ed è montata custom secondo le sue esigenze: notare la doppia batteria e il portaborraccia.

La hand-bike elettrica di Daniela Preschern

Per dare una breve spiegazione, la hand bike è un mezzo di locomozione a tre ruote che permette a disabili o normodotati di muoversi nell’ambiente sfruttando la propulsione fornita dalle proprie braccia.

La hand-ebike di Daniela è un prototipo per ora unico nel suo genere. Grazie al motore mid drive Bafang con 5 livelli di assistenza le permette di affrontare salite anche sopra il 7% di pendenza senza troppa fatica.

Il funzionamento è come quello di una ebike, cioè pedalando ovvero muovendo le braccia in avanti il motore si attiva e assiste in base ai livelli scelti.

Le braccia però ruotano contemporaneamente e nelle curve non è semplice gestire la direzione, la frenata e anche la trazione che ovviamente è sulla ruota anteriore.

foto della handbike di daniela preschern

Un particolare della hand-bike di Daniela: il piccolo carter in carbonio serve per evitare contatti con la corona (dotata comunque di bashguard) e la catena.

Proprio per questo sul motore non è presente un sensore di sforzo ma solo di rotazione, come su alcune bici elettriche con motore nel mozzo: questo per diminuire lo sforzo delle braccia e rendere la spinta del motore più omogenea e continua.

Inoltre il motore Bafang da 250 Watt è stato rimappato via computer per offrire una spinta omogenea e ottenere un’attivazione immediata della pedalata assistita senza punti morti.

Specifiche tecniche dell’hand bike di Daniela

  • Telaio in alluminio di tipo motociclistico
  • Lunghezza 210 cm, larghezza 80 cm, peso 30 kg, altezza da terra di 25/30 cm
  • Ruote 26″ con pneumatici Maxxis anteriore DHR 2.5″, posteriore High Roller 2.4″ montate tubeless
  • Inserti PTN gentilmente sponsorizzati
  • Motore Bafang 250 Watt BBS1 con display C961 e comandi on/off e cambio di assistenza direttamente sulle manopole
  • Due batterie al litio comprate online con la capacità di circa 604 Wh l’una
  • Sistema di sgancio rapido che permette di passare da una batteria all’altra (le batterie non lavorano in parallelo)
  • Impianto frenante Hope Tech 2 con tubi in treccia, anteriore a 4 pistoni e posteriore a 2 pistoni con valvole ABS Outbraker
  • Dischi Hope da 203 mm
  • Pastiglie speciali gentilmente sponsorizzate da Billet
  • Cambio SRAM EX1 8V con una corona 30T
  • Schienale regolabile in base al percorso grazie a un reggisella telescopico KS da 100 mm
foto del display installato sul motore Bafang.

Il display installato sul motore Bafang.

Altri dettagli tecnici

I freni anteriore e i due posteriori sono due impianti separati e hanno entrambi un sistema di “ABS” con valvola Outbreaker sulla pinza, un dispositivo che permette di regolare la potenza della frenata per evitare bloccaggi indesiderati.

A breve Daniela aggiornerà le ruote montando delle ruote 27.5″ plus con un’impronta a terra e un volume di aria più grandi per migliorare il comfort visto che il telaio è totalmente rigido.

foto della handbike elettrica

I freni Hope e un tocco rosa, un utilissimo camapanello!

L’autonomia totale di questa hand bike dipende da molti fattori come per le ebike ma con una sola batteria l’autonomia è di circa 1000 metri di dislivello positivo o circa 30 km in piano.

Daniela tiene a precisare che il lavoro più difficile è stato fatto per il freno posteriore visto che una leva comanda due pinze, e deve farlo in maniera omogenea per evitare perdite di aderenza: dopo varie prove sono arrivati a un impianto frenante molto potente ed efficace grazie anche alla valvola speciale che non blocca le ruote e contribuisce ad evitare situazioni pericolose, oltre che a ridurre parecchio gli spazi di frenata.

Foto del reggisella telescopico che regola l'inclinazione dello schienale della hand-bike elettrica.

Il reggisella telescopico che regola l’inclinazione dello schienale della hand-bike elettrica. Si intravedono anche le due batterie.

Un’altra caratteristica degna di nota è l’utilizzo di un reggisella telescopico per regolare l’inclinazione dello schienale in base al percorso.

All’inizio è nato come un sistema per abbassare lo schienale e permettere a Daniela e alla handbike di poter passare sotto alle staccionate che spesso si incontrano in Trentino.

Successivamente è stato utilizzato per variare l’assetto guida, ovvero in salita più avanzato per caricare l’anteriore e in discesa più arretrato per spostare il peso al posteriore ed evitare ribaltamenti. Per ora il comando è sullo schienale, ma presto arriverà un comando al manubrio per gestire autonomamente questi passaggi.

La guida offroad della hand bike di Daniela

Daniela ci spiega: “Per quanto riguarda le curve, la ruota anteriore può sterzare di circa 30/35° a destra e sinistra: questo permette di fare curve ma con raggio non troppo stretto… la guida di questa hand-ebike a tre ruote è particolare, bisogna stare sempre attenti a muovere le braccia assieme in avanti, sterzare, frenare… un cambio di peso sbagliato porta a capottare, specialmente in discesa e in velocità.

Purtroppo questo telaio è totalmente rigido ma è quello che al momento posso permettermi. Esistono anche telai ammortizzati presenti sul mercato americano, ma le cifre sono folli. Vediamo se in futuro mi capiterà qualche occasione… incrociamo le dita!”.

Qui potete vedere Daniela che si racconta assieme a suo marito Luca.

Noi di BiciLive.it non possiamo che fare un in bocca al lupo a Daniela e invitarvi a seguirla sui suoi canali:

Instagram: @prescherndaniela
Facebook: Dany Luca
Youtube: DANY OLTRE PROYECT

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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!