Tra i Kit di conversione per ebike che tanto si stanno diffondendo anche nel mercato italiano uno di questi, tutto frutto delle “intelligenze” del Bel Paese, sembra essere il più interessante: il Bike+ della Zehus.

Il Kit non è ancora sul mercato, lo sarà in primavera, ma è già stato inserito nella nostra pagina dedicata ai kit di conversione eBike presenti in commercio.

Noi, troppo curiosi e interessati da quanto letto nel press kit di presentazione, abbiamo voluto approfondire e qui, oltre che una breve anteprima con le caratteristiche principali del prodotto, vi riportiamo l’intervista che abbiamo fatto a Luca Strassera, responsabile marketing della Zehus.

Che cosa è il Bike+?

Bike+ è un prodotto italiano al 100%, è il primo concepito da ZeHuS (acronimo che sta per Zero Emission Human Synergy ndr), uno spin-off del gruppo di ricerca del Politecnico di Milano, una delle università più importanti e prestigiose in Italia.

Missione di ZeHuS è quella di innovare il panorama della mobilità umana e promuovere la mobilità a zero emissioni nelle città.

Le persone dietro Bike+ sono un gruppo di tecnici altamente motivati, laureati del Politecnico di Milano. ZeHuS è finanziata dal venture incubator M31, con sede a Padova e incentrata sulla promozione di “high tech in stile italiano”.

Il team dietro il kit Bike+

Caratteristiche del Bike+

Lo spaccato del Bike+

Bike+ è un sistema intelligente all-in-the-wheel, completamente stand-alone (cioè che contiene tutti i componenti dell’assistenza alla pedalata in un case, in questo caso nel mozzo posteriore NdR) e con un impatto minimo sulla bici e il suo uso quotidiano, ma facile da gestire tramite Bluetooth con smartphone.

Il mozzo di Bike+ contiene il motore elettrico (brushless, potenza 250W, tensione nominale 24V), la batteria (Li-ion, 8 elementi in serie, 160Wh), e l’ECU (comprendendo due microcontrollori, un accelerometro tri-assiale per la stima pendenza, una linea CAN-Bus, un modulo Bluetooth).

Il sensore di velocità di pedalata è integrato nel meccanismo a ruota libera.

La visualizzazione a display e controllo remoto (HMI) è realizzato tramite un App smartphone, permettendo al ciclista di monitorare facilmente i flussi di energia, potenza istantanea e assistenza del motore e impostare alcuni parametri di base del sistema.

Ci sono fondamentalmente quattro condizioni di lavoro dei Bike+:

  • nessuna assistenza
  • assistenza durante la trazione
  • Generazione di coppia positiva rigenerazione in trazione (generazione di piccole quantità di coppia negativa)
  • frenata rigenerativa

Lo scopo dell’algoritmo di assistenza è doppio: deve ottimizzare l’efficienza ciclista mantenendo il più possibile lo stato ottimale di carica della batteria.

Anche se il sistema non ha informazioni preventive sulla durata e caratteristiche del viaggio, è in grado di mantenere lo stato di carica della batteria in prossimità dell’ottimalità grazie alla tecnologia Advanced Charge Sustaining Technology, basata su un algoritmo intelligente brevettato ZeHuS.

È ovviamente presente, ma molto ben camuffato, un plug di ricarica esterna, questo per permettere, a scelta dell’utente, di fare anche funzionare tramite la App, come una full elettrica 100% sfruttando appieno la potenza del motore.

Un altro aspetto è che il sistema è applicabile da ruote di 20” di diametro in su, quindi copre la pressoché totalità di diametro di ruota normalmente utilizzate nel mondo bicicletta.

Il Peso totale? Minore di 3 kg per il mozzo completo.

L’intervista a Luca Strassera, responsabile marketing ZeHuS

Come Nasce Bike+ e la collaborazione con il Politecnico?
Luca Strassera: Bike+ è un progetto inizialmente nato all’interno del gruppo di ricerca Move del Politecnico di Milano nel 2011. Questo gruppo è uno dei più grandi gruppi di ricerca nel settore Automotive, più in dettaglio specializzato nel Controllo di sistemi (elettronici ecc). Tale progetto poi ha conseguito il riconoscimento di alcuni brevetti che sono stati successivamente acquistati da Zehus, di cui ora gode piena proprietà. La costituzione di Zehus avvenuta a maggio 2013 ha visto quindi entrare in azienda le persone che direttamente si sono occupate di questo progetto, fondando una realtà aziendale ad hoc che potesse occuparsi del pieno sviluppo e commercializzazione di questo prodotto e di altri che seguiranno negli anni avvenire, in piena indipendenza, aggiungo, dal politecnico, se non per discendenza intellettuale. Abbiamo anche un finanziatore, M31 di Padova che credendo nel progetto e nelle potenzialità ha voluto sostenere l’avvio della ns impresa.

Perchè un Kit e non una ebike completa?
Luca Strassera: Il kit nasce dallo studio di sistemi meno invasivi (peso e anche estetica) rispetto a quelli di bici tradizionali. Noi collochiamo il mozzo Bike+ esattamente come una nuova categoria di prodotto che sta a metà tra la bicicletta tradizionale e le “classiche” ebike. Lo studio quindi di un kit che possa essere montato nella ruota posteriore offre una serie di vantaggi innumerevoli dovuti alla compattezza e all’assenza totale di cablaggi che altrimenti andrebbero tirati sul telaio della bici. Zehus comunque si riserverà di produrre una serie limitatissima di biciclette simili a quelle presenti nel nostro sito per clienti veramente interessati a entrarne in possesso. Ma il nostro business principale rimarrà focalizzato sulla produzione del kit.
Sottolineo che a dispetto della compattezza comunque il nostro kit ha caratteristiche tecniche che rispondono pienamente ai dettami di legge (250W di potenza, velocità massima di asservimento 25km/h), quindi allineato sulla carta a qualsiasi altro veicolo elettrico che possa legalmente circolare senza targa.
Infine: perché un kit? Perché in questo modo potenzialmente chiunque potrà pensare di dotare la propria bicicletta di un accessorio, senza dover privarsene in nome di una bici elettrica completa, che magari non soddisfi ai requisiti che la propria bicicletta invece ha.

Quale assistenza fornirete ai vostri clienti?
Luca Strassera: La garanzia naturalmente di 2 anni, come da legge. A seconda poi del canale di commercializzazione le risposte saranno differenti. I rivenditori/costruttori ad esempio, potranno disporre un tool applicativo di diagnosi che possa permettere di indagare alcuni eventuali malfunzionamenti del sistema. In casi più complessi probabilmente risponderemo direttamente noi, in una prima fase per lo meno. Mi riservo però di essere più preciso in futuro su questo.

Come pensate di distribuire il prodotto?
Luca Strassera: La distribuzione per il 2014 è focalizzata su accordi di tipo B2B, quindi inizialmente sarà possibile veder montato il ns prodotto su una serie di costruttori differenti, i quali sceglieranno liberamente come distribuire il ns prodotto. Naturalmente noi stiamo lavorando alacremente per coinvolgere tipologie di clienti B2B che rispondano a determinati criteri e che possano garantire adeguato ritorno e collocazione per il ns Bike+.
In un secondo futuro arriveremo anche al cliente finale.

Il Kit su quali bici può essere montato? Puo ospitare un pacco pignoni?
Luca Strassera: Il kit è di per sé universale. Naturalmente la cosa è voluta ed è stata studiata in maniera tale da non precludere nessuna possibilità nel montaggio.Per garantire ciò è sufficiente una larghezza posteriore di 120mm, che copre pressoché la totalità dei telai esistenti. Per ospitare un pacco pignoni bisognerà allargare questo vincolo di 120mm (a 135mm circa), è allo studio anche una variante del ns mozzo dotata di questa caratteristica che dovrebbe essere pronto per fine 2014. Al momento però siamo focalizzati sulla single speed, e vorrei ricordare come in realtà una sorta di cambio sia il motore elettrico, quindi a meno di usi veramente estremi,ni rapporti non sono necessari. Parimenti stiamo anche studiando una versione che possa montare il freno a disco. Pignoni e disco sono però destinati a my2015.

Il kit può essere personalizzato con vari colori o altre caratteristiche?
Luca Strassera:  La personalizzazione, sempre in ottica clienti B2B sarà possibile con grafiche e colori del case in alluminio, la variante b2C prevederà una serie predefinita di varianti che al momento del lancio comunicheremo.
La personalizzazione è oltremodo possibile tramite i parametri che con la app si possono impostare, a seconda delle esigenze del ciclista, in modo da potersi “cucire” il comportamento di Bike+ sulle proprie specifiche. Bike+ ha un modulo bluetooth al suo interno. Sebbene il kit funzioni in piena e totale autonomia spegnendosi accendendosi da solo, nondimeno è presente una applicazione scaricabile sul proprio smartphone (iOS, Android) che permette di impostare alcuni parametri a proprio piacimento: spinta iniziale, freno rigenerativo ecc.

Il recupero di energia e quindi la ricarica della batteria in che percentuale avviene?
Luca Strassera:  Il recupero può tranquillamente avvenire fino al 100% delle batterie. Ma non c’è in realtà un dato tipo “il 5% ogni 10 km”; Sarebbe un dato inesatto anzi fuorviante perché non è questa la logica con cui opera il sistema, ed è legata ad una serie di variabili quali la natura del percorso, ecc.
Quello che posso assicurare è che non andiamo mai a scarica completa e che il sistema oscilla nello stato di carica in media sopra il 50%. Quindi abbiamo sempre sufficiente energia per dare asservimento.
A Milano per esempio, di sovente nei ns test possiamo partire con il 60% di carica, percorrere 10-15 km e rientrare con il 62, 63% di carica batterie.
Logicamente, se si comincia a percorrere una salita “infinita” prima o poi il sistema andrà ad esaurire lo stato di carica, ma lo farà gradualmente diminuendo ad esempio la spinta via via che diminuisce la carica residua avvisando un po’ l’utente come a dire “guarda che sto finendo l’energia”. Indicativamente posso affermare che avendo a disposizione 160Wh di pacco batterie, complice la leggerezza del sistema a piena spinta comunque siamo in grado di percorrere 25/30km prima di scaricare le batterie. Il range invece in normale utilizzo è pressoché infinito, non esiste una vera autonomia. Se si riesce a cogliere il modo in cui il sistema lavora non si faticherà ad accettare questa ns affermazione di “infinito”.

Spiegaci le fasi del recupero di energia.
Luca Strassera: La nostra bici è in grado di recuperare l’energia cinetica derivante dal moto, applicando una coppia frenante che permette di recuperare energia che viene immagazzinata nelle batterie presenti nel mozzo.
Questo può avvenire in due macro fasi, in maniera automatica, o attivata dall’utente, che facendo retro-pedale attiverà il freno motore del sistema (che funziona in maniera davvero fluida e confortevole), permettendo così sia di frenare, ed è un ottimo metodo soprattutto in città per regolare la velocità, e contemporaneamente di recuperare energia.
Per questo che sulle nostre bici da fiera non abbiamo ad esempio montato il freno posteriore, proprio per enfatizzare ed incoraggiare a fare contropedale al ciclista, e le assicuro che una volta entrati nell’ottica è un comando assai naturale. Tutti quelli che hanno provato il sistema si sono ritrovati  a frenare in tale maniera, lasciando l’azione del freno a manubrio solo per le frenate più “brusche”.
Tecnicamente comunque l’efficienza che abbiamo è del 90% in asservimento e in recupero dell’82%. Quindi è molto facile andare a pareggio studiando ad hoc l’intervento.

Il punto di forza del sistema Bike+?
Luca Strassera: La forza e l’innovatività della nostra tecnologia sta quindi nell’intelligenza del sistema, che decide come, quando e quanto intervenire.
La quantità di energia da erogare, quando erogarla e per quanto tempo sono le variabili su cui si basa il nostro controllo che legge le caratteristiche del percorso e le fasi in cui si trova il mezzo (partenza, salita, discesa, frenata, scorrimento ecc).
Ad ogni modo gli studi che abbiamo compiuto sulla biometrica dei ciclisti durante i test c’hanno fornito risultati importanti: con il nostro sistema l’efficienza aumenta del 30% a partirà di percorso (o se preferisce consuma il 30% almeno di energia in meno). Sempre a livello indicativo, lavorando in parallelo col nostro sistema, si ottiene uno sforzo che non supera mai quello che si fa a pedalare una bicicletta a 15km/h, tutti i picchi di fatica saranno compensati ed eliminati dal sistema in pratica.
Si ensi ad esempio un ibrido elettrico aiuta i motori delle auto (Toyota Prius su tutte).

La tecnologia in questo campo fa passi avanti quotidianamente, pensate di aggiornare in qualche modo Bike+ o credete sia abbastanza sofisticato da reggere per un lungo periodo?
Luca Strassera: L’unico parametro in cui ci potrà essere un modesto cambiamento negli anni a venire sarà quello legato alla tecnologia delle batterie. In tal caso sarà facile progettare una versione aggiornata con maggiori capacità magari del nostro sistema.
Si tenga però presente che così come è concepito il sistema non presenta necessità di evolversi costantemente nel tempo, come ad esempio ci si potrebbe aspettare dai telefonini perché non c’è bisogno di aumentare costantemente la potenza. Prevediamo quindi una buona longevità del prodotto (anche le batterie stesse durano moltissimi cicli, per un equivalente di 20000 chilometri dopo di che rendono all’80% della carica iniziale).
Certo che si progredisce costantemente ma i limiti di legge sulle potenze motore (che comunque a noi sono sufficienti) e altri parametri mi autorizzano a dire che lo scenario sia abbastanza stabile in futuro per non veder questa nostra versione di prodotto datata in poco tempo anzi!


Bene, lunga vita allora a Zehus e complimentoni per il bellissimo e intelligente prodotto realizzato che crediamo spopolerà non solo in Italia.

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A proposito dell'autore

Da sempre un grande appassionato di natura e bici e accanito difensore dell’ambiente. Lavora come organizzatore di bike tour con il suo Coast2Coast in tutta l'area del Mediterraneo, inoltre da anni collabora come freelance per alcune delle più importanti riviste di mountain bike italiane.