Oggi tutti parlano di ebike, chi con più esperienza e cognizione di causa, chi per sentito dire e preconcetti. Ogni tanto è bello fermarsi un secondo, prendere una pausa e fare una riflessione.

Seguiteci in questa disquisizione che a tratti potrà sembrare tecnica ma di certo vi lascerà con diversi elementi su cui riflettere.

L’ebike è solo una MTB con il motore?

Per comprendere a fondo cosa voglia dire avere un motore elettrico su una mountain bike dobbiamo fare riferimento alla microeconomia e in qualche modo parafrasare uno dei concetti cardine della teoria del consumatore: l’effetto di reddito e di sostituzione.

Due ciclisti felici e fat bike elettriche sui percorsi innevati nei pressi del rifugio Maria Luisa

Ciclisti felici sui percorsi innevati nei pressi del rifugio Maria Luisa.

Immaginate di dover acquistare un ben definito paio di scarpe e avete deciso di spendere 100 euro per questo acquisto. Nel negozio che avete scelto per l’acquisto scoprite che fanno uno sconto del 15% e voi vi trovate di fronte a una scelta: prendo quel paio di scarpe che avevo in mente pagandolo 85 euro (effetto di reddito) o prendo un paio di scarpe più bello, che costerebbe 120 euro ma per via dello sconto lo pago circa 100 euro, ovvero la somma che avevo deciso di spendere (effetto di sostituzione)?

Ecco, l’ebike è esattamente la stessa cosa: ho un motore che mi aiuta nella pedalata e grazie al fatto che molti motori elettrici possono essere personalizzati nella spinta, posso decidere se farmi aiutare moltissimo dal motore facendo poca fatica nella pedalata (effetto di reddito, con la conseguenza che la batteria durerà poco) o invece decidere di fare la stessa fatica che avrei fatto con la mountain bike tradizionale ma fare molti più chilometri e più dislivello grazie all’ausilio nella spinta dato dal motore (effetto di sostituzione: uso poco l’aiuto del motore e la batteria durerà molto più a lungo).

Ciclisti in ebike sulla salita che da Riale porta al rifugio Maria Luisa

Il panorama dalla salita che da Riale porta al rifugio Maria Luisa.

Perché il concetto è tutto qui: non è vero che con l’ebike non si fa fatica. Chi afferma ciò o non l’ha mai usata oppure l’ha usata nel modo sbagliato. È qualcosa di differente: sono io che decido se e quanta fatica fare usando una mountain bike elettrica. Ormai oggi con quasi ogni tipo di motore c’è la possibilità di personalizzare in maniera estremamente precisa ogni step di assistenza – sia essa in termini di potenza che di coppia, si badi bene – che viene data alla pedalata.

Esistono delle app create appositamente per personalizzare l’uso del motore, siano esse create direttamente dal produttore del motore (E-Tube Project del nuovissimo motore Shimano EP8 ne è un esempio perfetto) che di terze parti (BLevo è quella di riferimento per il mondo Specialized ed è talmente sofisticata che si può parametrare l’assistenza del motore persino sulla frequenza cardiaca, in un rapporto direttamente proporzionale e modificabile: più il cuore batte veloce e più il motore mi aiuta).

Inoltre le app più complete hanno la possibilità di memorizzare almeno un paio di profili di assistenza scelti, optando – ad esempio – tra uno estremamente parsimonioso e un altro invece che conceda un po’ più di “respiro” a ogni pedalata.

Il panorama che si può godere dal Monte Chaberton

Il panorama che si può godere dal Monte Chaberton.

Quindi se sono io a decidere che tipo di assistenza richiedere dal motore elettrico lo posso parametrare a seconda del giro che voglio fare. Ho poco tempo a disposizione e un dislivello impegnativo davanti a me? Benissimo, sceglierò un set “estremo”, così che qualsiasi livello di assistenza io scelga (eco, trail e boost, ad esempio, sono quelli di Shimano) la spinta sia molto energica e quindi possa riuscire a fare importanti salite con molto aiuto e poca fatica. In caso di motori come il Bosch (che non è modificabile tramite app) utilizzerò assistenze alte come EMTB o Turbo.

Ho, invece, tutta la giornata a disposizione e voglio fare uno di quei giri epici da ricordare? Nessun problema, utilizzerò un settaggio con aiuti minimi così che debba essere io a fare lo sforzo maggiore e non il motore, salvaguardando in questo modo la batteria che durerà molto di più.

Una ebike parcheggiata in cima al Monte Galbiga

Il panorama dal Monte Galbiga sulle Prealpi Luganesi.

Questi sono i due esempi estremi di utilizzo di un’ebike. È fin troppo ovvio che solo con l’uso continuo e costante si potranno definire e personalizzare al meglio i settaggi migliori per noi, godendo appieno del mezzo che possediamo.

Un classico esempio è il giro enduro che conosciamo a memoria e facciamo sempre, quello che ci impegna per quella manciata di ore. Con l’ebike quel giro lo possiamo fare in meno della metà del tempo oppure lo possiamo fare nello stesso tempo almeno due volte se non tre o in ultima istanza, scegliere un settaggio simile a una mountain bike e fare la stessa, identica fatica. Sta a noi la scelta.

Ci teniamo a ricordarvi che calcolare il consumo della batteria di una ebike è quanto di più complesso ci possa essere, perché le variabili in gioco sono tantissime e ognuna concorre in una certa percentuale: il peso del ciclista – in primis – oltre evidentemente al tipo di assistenza che stiamo usando, la tipologia di terreno e di altimetria che affrontiamo, le condizioni atmosferiche (temperatura esterna ed eventuale vento), le condizioni fisiche (allenamento, stanchezza), il numero di soste che facciamo (un andamento costante consuma enormemente meno di un continuo “vai e ferma”), la cadenza di pedalata, la scorrevolezza delle gomme e così via.

Per fare un esempio banale, una ebike guidata da una persona che pesa 70 kg che effettua una salita con un dislivello di 1.000 metri su strada asfaltata consumerà nettamente di meno di un altro biker che pesa 90 kg e che fa lo stesso dislivello su una mulattiera. Qui potete trovare una piccola guida su come aumentare la durata della batteria, sia in periodo di non uso che durante la marcia.

Una ebike parcheggiata nei pressi della chiesetta sull'Alpe Rasciesa

Il Sassolungo e il Sassopiatto visti della chiesetta di Rasciesa.

Allora a cosa serve una ebike, perché dovrei comprarla?

Cominciamo a dire a cosa non serve. L’ebike non è una moto da enduro, non va da sola, si deve pedalare, tanto, a volte anche tantissimo (e meno male che è così). Se avete fatto enduro inteso come motociclismo e pensate che una ebike sia più o meno la stessa cosa, scordatevelo. In rete si trovano tantissimi annunci di ebike praticamente nuove di persone che erano convinte di non far fatica e dopo solo un paio di uscite si sono dovute ricredere.

L’ebike non è neppure una mountain bike in senso stretto: pesa nettamente di più (a volte anche il doppio) e non è una cosa facile e immediata fare una discesa con 25 kg sotto il sellino: ha molta più inerzia, è fisicamente più impegnativa di una mountain bike, è meno “giocosa”, più difficile da far saltare, bisogna calcolare diversamente i punti di frenata e di curva ed è ben più impegnativo fare “portage” (a volte si può evitare con l’aiuto il tasto “walk”, ma non sempre).

In altre parole, bisogna farci la mano uscita dopo uscita perché è piuttosto diversa da guidare da una bicicletta da enduro da 14 kg. Però dall’altra parte è più stabile, ha il baricentro più basso, ha le gomme di sezione più larga e di conseguenza è maggiormente permissiva, rassicurante e perdona di più sullo scassato in discesa. Per sfruttarla al meglio leggi i nostri consigli su come guidare la eMTB.

Bici elettrica parcheggiata sull'Alpe Rasciesa vicino a un pascolo di mucche

Sassolungo e Sassopiatto visti dall’Alpe Rasciesa.

Che cosa è invece la mountain bike elettrica? È un formidabile strumento di scoperta, di avventura e libertà. Immaginate di essere in montagna, state facendo un percorso pianificato e a un certo punto trovate un sentiero, una mulattiera che vi incuriosisce, ma non sapete dove porterà. Con la eMTB, nessun problema: potete scegliere di percorrerlo cercando di capire dove vi condurrà senza preoccupazioni, magari perdendovi in qualche modo per poi scoprire nuovi trail.

Il sentiero scoperto sale tantissimo? Aumentate l’assistenza per qualche minuto e con la fatica che in quel momento decidete di fare andate a vedere cosa c’è dietro la curva. Vi siete sbagliati e non è una buona strada? Non succede nulla, tornate indietro e riprendete il percorso precedente, senza avere sprecato nulla di più di una manciata di Wattora e poche gocce di sudore. Se invece avete fatto bene ad aver assecondato il vostro istinto, beh, lo sapete che le migliori uscite sono quelle in cui avete scoperto cose nuove, vero?

Inoltre, l’ebike vi consente di fare cose che non potreste mai fare con una bici tradizionale. Due anni fa con la mia eMTB sono andato sulla sommità del Monte Chaberton tra Italia e Francia, 3.131 metri di altezza, partenza da Fenils, 12 km di percorso per quasi 1.900 metri di dislivello positivo, non esattamente una passeggiata per una persona con i capelli grigi che pesa 80 kg, ancorché in buona forma fisica.

È stata una delle uscite più belle che io ricordi, ho faticato molto sopra i 2.600 metri, ma non sarei mai riuscito a portarla a termine se non con una bici elettrica.

Certo, oggi le batterie sono molto più capienti di due anni fa, nella fattispecie la loro capacità è aumentata del 40%, tantissimo, ma proprio per questo si può scegliere se far meno fatica (effetto di reddito, ricordate?) o se invece fare ascese ancora più ambiziose facendo più o meno lo stesso sforzo (effetto di sostituzione).

Non ultimo, la ebike consente di divertirsi tantissimo anche nella salita tecnica, quella impossibile da percorrere con una mountain bike. Quindi si apre un nuovo mondo, quello fatto di mulattiere in salita, con passaggi a gradoni o su radici molto complicati in cui è necessaria un’ottima tecnica e una buona forza, oltre che un perfetto coordinamento motore-gambe-respiro-pedalata che diventa un super allenamento “cardio e total body”.

Volete un esempio esaustivo? Guardate Claudio Riotti in un video sul nostro canale YouTube mentre  affronta una salita estrema di circa 18 minuti in eMTB per arrivare in cima al Campo dei Fiori a Varese e giudicate voi stessi.

Amici ciclisti posano per una foto ricordo sopra Varigotti

Sole, mare, salite, polvere, sudore, amici e una ebike sotto le chiappe… ed è subito felicità!

Ebike: oltre il motore c’è di più

In conclusione, non badate a chi nel mezzo di una salita, incrociandovi e sentendo il tipico ronzio del motore elettrico vi dirà “che bella vita a non far fatica!”: non credo abbia mai guidato seriamente una ebike.

E allo stesso modo non ascoltate gli analoghi commenti di derisione dei mountain biker “non elettrici”, che spesso prendono le funivie e le cabinovie per lo stesso, identico motivo. Almeno con l’ebike si pedala.

Se volete un aiuto per la scelta della vostra prossima ebike vi suggeriamo di scaricare la nostra App dedicata alle ebike, disponibile su App Store e Google Play. Potete inserire i parametri che desiderate (peso, potenza motore, capacità della batteria, materiale del telaio e altri criteri) così da fare una scelta mirata all’interno dell’offerta disponibile a oggi.

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A proposito dell'autore

Nato e cresciuto a Milano incontra l’amore durante un esame universitario e si sposta a Busto Arsizio, luogo nel quale viene folgorato dalla passione per la mountain bike. Interista a tempo perso, segue il basket, ma non l’NBA, ed è grande tifoso Olimpia Milano. Per la legge del contrappasso nessuno in famiglia è interessato allo sport, ovviamente. È il cantante dei Civico 5.